Nel 1747 Nicola Antonio Porpora (1686-1768) viene assunto alla corte di Dresda, divenendone Maestro di Cappella l’anno seguente. Già nel 1752 si ritira a vita privata e si stabilisce a Vienna, dove continua a insegnare canto e composizione, ma senza ricercare incarichi di maggior prestigio: l’età avanza e sente che la sua carriera giunge al termine. I successi erano stati molti e in tutta Europa aveva goduto di grandi riconoscimenti grazie alla qualità delle sue composizioni, soprattutto operistiche. Aveva formato stelle del canto come Farinelli, Caffarelli e Porporino e rivaleggiato con i più grandi compositori del suo tempo sulle scene dei teatri di Venezia, Londra, Roma, Milano.
Durante il soggiorno viennese, comunque, Porpora si dedica alla stesura di due raccolte di lavori che costituiscono l’ultima vetta della sua produzione, il testamento musicale di uno stile creativo giunto a piena maturazione, ancora (e forse più) eloquente perché raccoglie l’esperienza di tutta una vita e la ben salda consapevolezza dei propri mezzi espressivi.
Quindi, dopo le Sonate XII di violino e basso del 1754, nascono i Duetti “da Cantarsi nelli venerdì di Quaresima nella Cappella di Sua Altezza Serenissima l’Elettore di Sassonia”, datati allo stesso anno.
L’Ensemble Stile Galante registra per l’etichetta PAN Classic questi sei brani vocali, contribuendo ad una operazione di importante riscoperta, che ci restituisce con grande coerenza dei veri gioielli musicali.
Come sempre accade, o dovrebbe accadere, per chi si confronti con una partitura, si rende necessario un lavoro di ricontestualizzazione esecutiva e interpretativa, di ricostruzione di un mondo sonoro, che talvolta risulta poco agevole. Ciò a maggior ragione quando si tratti di lavori la cui collocazione cronologica presupponga la scarsezza di fonti ausiliarie in questo senso.
La scelta di realizzare l’organico d’accompagnamento, ovvero del basso continuo, con organo e un basso d’arco di piccole dimensioni (il violoncello) appare, perciò, improntata alla cura e a quel rigore filologico che sempre dovrebbero accompagnare operazioni di questo tipo.
Risultato eccellente sotto questo punto di vista, dunque, perché l’Ensemble si trova perfettamente a suo agio con la restituzione di pagine ingiustamente trascurate della musica italiana in stile galante.
I sei Duetti (contenuti nel manoscritto di Crema, che fornisce una versione eccezionalmente corretta dell’opera di Porpora) devono essere senz’altro riferiti al genere del duetto da camera italiano, che a quest’altezza cronologica è forma raffinatissima di composizione e che si rivolge ad un pubblico di intenditori dall’orecchio fino, in grado di cogliere le sottigliezze armonico-contrappuntistiche dei brani: terreno di prova ideale per un compositore che volesse mostrare le sue capacità tecniche, l’intelligenza creativa di una personalità passionale.
Porpora ebbe successo e fu conosciuto soprattutto per la grande sensibilità drammatica e per la naturale espressività della
scrittura per voce, spesso intrisa di virtuosismi arditi, che lo resero uno dei rivali più temibili di Händel a Londra e portavoce autorevole dello stile napoletano imperante nei teatri europei del Settecento.
La brillantezza e l’esuberanza di questo stile compositivo non erano certamente adatte a rivestire le parole latine che avrebbero accompagnato la meditazione privata di una nobile famiglia in occasione della Quaresima.
Nell’incisione si apprezza bene questa attenzione al contesto, che ha come risultato la sobrietà nella scelta degli abbellimenti. Ciò certamente non rende meno incisiva l’espressività partecipata delle due voci femminili (perfettamente galantes Emanuela Galli e Francesca Cassinari, soprano, Marina De Liso, contralto), le quali interpretano “drammaticamente” il testo senza enfasi, tanto nei brani più austeri (Duetto I) quanto in quelli più rigogliosi, ricchi di fioriture e cromatismi (Duetto III e IV).
Spezzano piacevolmente la continuità dei Duetti due Fughe (V e VI), celebri adattamenti per tastiera di Muzio Clementi, provenienti dai secondi tempi delle sopra citate Sonate XII, che per lo spudorato virtuosismo colpirono in modo particolare gli appassionati coevi del contrappunto ed ebbero perciò circolazione autonoma. Clementi le inserì nel primo volume della sua Selection of Practical Harmony. Qui sono eseguite con precisione da Andrea Friggi, eccellente anche all’organo.
A chiudere la registrazione un interessante Miserere di anonimo autore, inedito, probabilmente proveniente da un centro minore della provincia borbonica e destinato questa volta all’esecuzione pubblica, ma pur sempre nel periodo della liturgia quaresimale. Secondo una pratica usuale e consolidata, il compositore musicò solo i versi dispari, mentre i pari erano intonati in canto piano.
Per la spinosa questione relativa alla realizzazione di questi ultimi l’Ensemble si rivolge al caso geograficamente e cronologicamente più vicino, quello del Miserere concertante a due cori di Leonardo Leo, del 1739, che fornisce anche i versetti “gregoriani” del testo dotandoli di basso continuo.
Tra i musicisti non ancora citati, ma ugualmente meritevoli di lode, sono Ludovico Takeshi Minasi (violoncello), Fulvio Bettini (baritono), che prende parte ad un Duetto (il V) in un gioco delle parti dal forte ascendente drammatico, ed è protagonista nel Miserere, Stefano Aresi, direttore musicale dell’Ensamble.
Laura Bigi
Giudizio artistico ♩♩♩♩♩
Tecnico ♩♩♩♩♩
Ensemble Stile Galante
“Passio”
musiche di Nicola Antonio Porpora
PAN Classic
[aside] Stefano Aresi ha ottenuto il proprio diploma di dottorato in musicologia presso l’università di Pavia, con una tesi attinente le cantate da camera di Nicola Antonio Porpora. Autore di monografie, articoli ed edizioni legate alla nascita della musica galante e alla prassi esecutiva, ha pubblicato per ETS, SIdM, Pavia University Press, Baerenreiter (MGG), Laaber-Verlag, Gran Tonante. Dalla primavera del 2010 è a capo del comitato scientifico di Accademia Bizantina. Allievo di G. Antonini, M.C. Vela e F. Bettini, ha lavorato come consulente musicologico, assistente e/o direttore di registrazione per alcuni tra i maggiori gruppi di musica antica, quali Accademia Bizantina, Il Giardino Armonico, Ensemble 415, La Venexiana, L’Arpeggiata, Auser Musici, Dolce & Tempesta, ecc., contribuendo anche a dare vita a CD per Hyperion, Glossa, ZigZag Territorires, Symphonia, Decca, Fuga Libera, Naive, Musica Reservata, Tactus, Arcophon, Clavis. Nel 2010 ha fondato Stile Galante. [/aside]