Tre sale per ospitare simultaneamente fino a 5.000 spettatori. Tra gli ospiti Claudio Abbado, Radu Lupu, András Schiff
di Simeone Pozzini
Dice bene Abbado quando sostiene che la cultura è un’efficace via d’uscita verso la crisi (l’Istat conferma oggi la “recessione” nel terzo semestre dell’economia italiana). Il recentissimo studio dell’Accademia del Teatro alla Scala “I giovani e l’opera Lirica”, condotto da Carlo Delfrati e alcune ricercatrici, ci mette però di fronte a modelli europei di formazione e avvicinamento all’opera lirica pressoché assenti in Italia. La situazione è sotto gli occhi di tutti: passata la generazione dei capelli bianchi, chi riempirà i teatri? Ci vuole formazione, educazione, a tutti i livelli, scolastica e non, pubblica e privata. Le parole chiave sono sempre le stesse, educazione, scuola, formazione. In un momento storico nel quale semmai i teatri chiudono o sono in difficoltà, Abbado punta alla realizzazione di un Auditorium Europeo della Arti a Bologna (con il contributo della fondazione Carisbo) e stasera si inaugura una «cittadella della musica» a Firenze, nuova sede del Maggio Musicale Fiorentino. Quest’ultima operazione rientra nelle celebrazioni per il 150° dell’Unità italiana, ed ha permesso al Maggio di ricevere un finanziamento di 150 milioni di euro (manca una tranche promessa dal precendente governo per ultimare i lavori in una sezione del teatro. Arriverà?). Accolto sicuramente con grande entusiasmo ma anche da qualcuno con forti preoccupazioni (ovvio, economiche), il nuovo teatro avrà due sale, una da 1.800 posti e l’altra da 1.100, più un’ampia cavea per gli spettacoli all’aperto, ristorante, bookshop. L’inaugurazione stasera con il direttore principale del Maggio, Zubin Mehta (diretta su Rai5 e CorriereTv), in programma la Nona di Beethoven e Gegenliebe di Sylvano Bussotti.
Ho guardato ieri su Rai5 l’inaugurazione del teatro dell’Opera della città in cui vivo: sicuramente una cosa di cui essere felici, in un Paese dove per realizzare un’opera pubblica occorrono a volte decenni, e dove nulla o quasi viene dedicato agli investimenti per la cultura. Oltre alla bellezza della serata, al suono che abbiamo immaginato essere bello, resta la domanda se ci sia un progetto culturale che accompagni questa nuova apertura, o non si tratti piuttosto di un trasferimento di ciò che accadeva al “vecchio” Comunale senza nessun cambiamento. E’ stato significativo l’auspicio di Metha, quando ha auspicato che nessun fiorentino nel prossimo anno non sia andato almeno una volta in questo nuovo teatro. Certo dando un’occhiata ai prezzi di questo primo Festival invernale (Abbado 165 €, Luisi-Lupu 88€) non possiamo sperare che questo accada nel prossimo futuro. Però sarebbe bello se l’attenzione, dopo questo primo successo dell’inaugurazione, si concentrasse sul “dopo” e sulla volontà di rendere il nuovo spazio una vera “città della musica” (anche se in questo senso gli spazi previsti si prestano poco a ospitare le iniziative più piccole che rappresentano tanta parte della vita culturale di questa città).
Luigi Attademo