
L’integrale delle suites per violoncello in due serate al Festival Monteverdi di Cremona. La proiezione del film di Leprino sul nome B.A.C.H.
O gni bravo musicista sa che fare musica è un lavoro sartoriale, si gioca a intessere tempo e spazio usando stoffe fragili e periture. Poi è una questione di contesti: una sposa in orbace nero non la si è mai vista. Enrico Dindo eseguirà le Suites per violoncello di Bach al Ponchielli, e non a San Marcellino, come d’uso per i concerti del Festival Monteverdi. Una scelta interessante, perché non è dettata solo da questioni acustiche: da un lato un teatro all’italiana, gaudente nei suoi ori e rossi accesi; dall’altra una maestosa chiesa barocca, gonfia di lesene altissime e tele di gusto caravaggesco. Bach a San Marcellino sarebbe una sposa in nero, un monumento adibito a quell’uso quasi esclusivamente contemplativo che tanto affligge la fruizione della musica bachiana. Ben venga allora il teatro d’opera, tanto più che un’ironia tutta italiana sembra guidare le scelte formali delle Suites: la struttura sarebbe tipicamente francese – un Prélude seguito dalle canoniche Allemande, Courante, Sarabande e Gigue – ma la scrittura contrappuntistica è tedesca e quella giocosa inserzione di una diversa danza prima dell’ultimo movimento parla di sfida alle convenzioni. Un violoncello Pietro Giacomo Rogeri del 1717 e l’introduzione di Oreste Bossini, una delle voci di Radio3, sono gli altri elementi di due serate imprevedibili per quel multiverso di suoni che Dindo proporrà ai cremonesi.
Daniele Palma
– “Un film sul nome B.A.C.H.: contrappunti con l’Arte della Fuga”, di F. Leprino: Cremona, 9 maggio, Teatro Ponchielli, ore 21
– Enrico Dindo, Suites di Bach per violoncello: Cremona, 10-11 maggio, Teatro Ponchielli, ore 21