Settecento • Una nuova registrazione di Mattia Rondelli con l’Orchestra e Coro del Teatro Mariinskij racconta la musica sacra di Giuseppe Sarti, noto per la sua produzione operistica che gli valse all’epoca la stima di Mozart
di Davide Stefani
S e oggi di Giuseppe Sarti sappiamo poco, non è certo perché fosse un mediocre compositore, alla stregua dei tanti minori che la storia della musica ha, giustamente o ingiustamente, dimenticato. Tutt’altro Nato a Faenza nel 1729 e deceduto a Berlino nel 1802, Sarti al suo tempo era una vera star. Dopo aver studiato a Bologna con Padre Martini, muove i primi passi nella città natia come organista e direttore del teatro locale. Da lì la consacrazione come operista. Conteso dalle principali corti europee – Copenaghen, Venezia, Londra, Milano, San Pietroburgo – il suo nome è accostato ai grandi contemporanei come Haydn e Mozart. Tale era la fama di Sarti che proprio Mozart volle omaggiarlo utilizzando una sua aria («Come un agnello») dal dramma giocoso Fra i due litiganti per il finale II del Don Giovanni. Se da un lato la figura di Sarti e la manciata di studi musicologici apparsi negli anni siano maggiormente legati alla sua attività di operista, è senz’altro apprezzabile l’uscita del cd edito da Sony dedicato al Sarti sacro, genere in cui il compositore risulta ancor meno indagato.
Si tratta della prima esecuzione moderna (ma, per quel che sappiamo ora, potremmo anche dire ‘assoluta’) del Magnificat e del Gloria in excelsis, registrata dal vivo alla Concert Hall del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel giugno 2011 per il Festival delle Notti Bianche, con coro e orchestra del Teatro Mariinskij e quartetto vocale (Barbara Frittoli, Ekaterina Semenchuk, Dmitri Voropaev e Yuri Vorobiev) diretti da Mattia Rondelli, il quale ne ha curato la revisione dagli autografi conservati alla Biblioteca Manfrediana di Faenza. Come spesso accade nelle prove sacre dei compositori coevi, anche in Sarti ritroviamo una padronanza ammirevole della scrittura contrappuntistica combinata ad uno stile galante tipicamente operistico.
Il Magnificat, composto per due cori, due orchestre e due voci soliste, vede l’alternanza di movimenti corali e di episodi solistici, gli uni di grande impatto e orchestralmente complessi, gli altri di assoluta raffinatezza, volti alla ricerca di un fraseggio melodico tipico dell’aria operistica. Curioso è il richiamo all’Ouverture delle Nozze di Figaro mozartiane nella quarta traccia («Fecit Potentiam»), altra conferma di quanto Sarti fosse inserito nel circuito produttivo del suo tempo. A predominanza operistica è invece il Gloria, per soli, coro e orchestra, costituito da una serie di movimenti per voce solista,strutturati a mo’ di aria, quasi tutti introdotti da lunghi passi strumentali.
Se l’esecuzione risulta essere di ottimo livello, lascia invece un po’ a desiderare la qualità della registrazione, a tratti imprecisa: pur ricordando trattarsi di una ripresa live, si sarebbe potuto garantire certamente risultati migliori. Infine, se l’occasione era quella di presentare due inediti, ci si sarebbe aspettata anche qualche riga di Rondelli nelle note al cd riguardo il suo lavoro di revisione sugli autografi sartiani.
Giuseppe Sarti – Magnificat | Frittoli, Semenchuck, Voropaev, Vorobiev; Coro e Orchestra del Teatro Mariinskij; Mattia Rondelli, direttore | Sony Music
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