Documentari • Folto pubblico e caloroso successo per la proiezione a Venezia del nuovo lavoro di Gianni Di Capua, dedicato a un episodio inedito dell’ultimo soggiorno lagunare del compositore tedesco
di Patrizia Luppi
M usica, immagini e parole in un percorso di narrazione serrato e suggestivo, dal procedere mai scontato, ricco di contributi sostanziosi e del tutto spoglio di enfasi e di retorica: il caloroso successo che ha accolto a Venezia l’anteprima del documentario Richard Wagner. Diario veneziano della sinfonia ritrovata, lunedì 15 in un affollatissimo Cinema Rossini, è stato spontaneo riconoscimento dell’attrattiva e del pregio del lavoro firmato dall’autore e regista Gianni Di Capua; qualità preannunciate con dovizia di interessanti sottolineature dal musicologo Roberto Calabretto, esperto del rapporto tra musica e linguaggi audiovisivi, nell’introduzione alla proiezione veneziana riportata in apertura di questo articolo.
I nostri lettori già sono al corrente della vicenda su cui è incentrato il documentario (di cui Il Corriere Musicale è media partner): il ritrovamento di una sinfonia composta da Richard Wagner a soli 19 anni e a lungo creduta dispersa, con la decisione del compositore di eseguirla di nuovo dopo cinquant’anni per festeggiare il compleanno della moglie Cosima, il 24 dicembre 1882, durante il soggiorno veneziano che si concluderà di lì a poco con la morte di Wagner per crisi cardiaca.
In un costante rimando tra preziose vedute d’epoca e immagini d’oggi immerse nell’atmosfera tutta particolare delle luci lagunari (una particolarmente avvincente: il trasporto via acqua del pianoforte diretto a Palazzo Malipiero), tra testimonianze coeve a Wagner e interventi attuali, il racconto si dipana nell’intreccio di più livelli: la cronaca dell’avvenimento si allaccia alla riflessione sulla musica, rivelazioni su aspetti del rapporto coniugale dei Wagner – nelle accorate note scritte da Cosima – lasciano posto a considerazioni sulla magnifica città e sul suo ruolo tuttora insostuibile per il mondo intero, in un amalgama lucidamente dosato e in una progressione sempre coinvolgente.
Al successo del documentario, produtto da Kublai Film in associazione con Tunastudio, concorrono ovviamente molte componenti. Citiamo, tra gli attori, in modo speciale Mario Zucca, sorprendentemente wagneriano nella fisionomia, impegnato nella lettura di stralci di uno scritto dedicato dal compositore alla sua “sinfonia ritrovata”, e Marina Thovez che dà voce e corpo ai diari di Cosima su quelle giornate dicembrine del 1882; con loro, Vasco Mirandola per la testimonianza d’epoca di Giuseppe Norlenghi. In primissimo piano il pianista Igor Cognolato, che nel corso del documentario non solo interpreta brani della trascrizione pianistica della Sinfonia in Do, ma rivela particolari illuminanti sulla scrittura wagneriana e su alcune idee musicali, presenti in nuce nel lavoro giovanile, che sbocceranno nelle grandi partiture operistiche del futuro.
© Riproduzione riservata