Festival • Giunge alla nona edizione la rassegna musicale dedicata al pianoforte, alla musica da camera ed ai piaceri del palato. Immersa nel paesaggio grossetano
di Cecilia Malatesta
Nel panorama italiano dei festival estivi che si avvicendano da nord a sud in tutta la penisola, l’Amiata Piano Festival è un piccolo gioiello tutto da scoprire in un territorio dolce e dagli ampi spazi ma geloso e restìo a vendersi al turismo di massa, come invece altre zone della Toscana da tempo hanno fatto. Qui, a Poggi del Sasso, nel grossetano, americani, giapponesi e inglesi arrivano solo per il festival di Maurizio Baglini che, direttore delle due ultime edizioni e fondatore con la moglie Silvia Chiesa, è riuscito a fidelizzare il suo pubblico grazie alla creazione di un clima cordiale, intimo e piacevole. E grazie a dell’ottimo vino; perché l’Amiata Piano Festival (presentato venerdì allo Spazio Fazioli di Milano) è indissolubilmente legato ai piaceri del palato, come tradiscono senza vergogna i titoli dati ad ognuno dei tre weekend musicali, Baccus, Euterpe e Dionisus. Dal 2009, infatti, è nata la collaborazione con l’azienda vinicola Collemassari che ospita la maggior parte dei concerti, nella Sala Musica del Podere San Giuseppe e nella antica Cantina Collemassari, scavata nella roccia, ma appositamente modificata per l’ascolto di musica.
Tra le botti, dunque, la cui disposizione è stata studiata secondo efficaci criteri acustici, dodici concerti distribuiti sugli ultimi weekend di giugno, luglio e agosto, che non si accontentano di dedicarsi al pianoforte – benché vedano artisti di qualità come Kostantin Lifschitz e Pietro De Maria – ma aprono larghi squarci al repertorio degli strumenti ad arco. In questo senso, da non perdere il concerto del 29 agosto con Salvatore Accardo e Laura Gorna con l’Orchestra da Camera Italiana, o il 28 luglio, col Trio Stauffer e la musica di Solbiati, Dohnány e Schumann.

Non solo classica, dunque, ma un occhio di riguardo alla sperimentazione e a diverse e originali declinazioni del repertorio più consolidato: il 31 agosto sarà il turno della voce di Petra Magoni e del contrabbasso di Ferruccio Spinetti, mentre il 28 giugno, nel filone dell’anniversario verdiano ma con uno sguardo diverso, La Vera Storia di Traviata, una lettura di Corrado Augias accompagnato da Giuseppe Modugno al pianoforte. Incipit ed excipit del festival, due concerti significativi per la filosofia che muove la direzione artistica a rendere il più possibile partecipe il suo pubblico: Musica à la Carte, performance di cui sono gli spettatori a decidere il programma, e il violoncello di Mario Brunello, interprete tutt’altro che schivo e avaro di relazioni, che dalle Dolomiti scenderà tra le colline per portare, ancora una volta, la musica in mezzo alla natura. E ai vitigni: degustazione dei prodotti enologici della casa alla fine di ogni concerto.
Per informazioni e prenotazioni, www.amiatapianofestival.com
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