di Barbara Babic
Francesco Dillon ed Emanuele Torquati proseguono nella registrazione delle opere per violoncello e pianoforte di Robert Schumann, affrontando in questo secondo volume discografico l’ultima fase della produzione compositiva, tesa da una parte verso la sperimentazione di nuove forme e organici alternativi al pianoforte solo, dall’altra al ripensamento di una nuova poetica influenzata dall’«epoca antica». L’impresa, definita dallo stesso compositore «bachiana» e terminata nel 1853, aveva anche lo scopo di proporre ad un pubblico più ampio, nella formazione pianoforte-cello, quelle che secondo lui erano «le più belle composizioni che esistano per violoncello», le Suite di J.S. Bach. “Rileggere una rilettura” – in questo caso la Suite n. 3 e la Sarabanda dalla Suite n.5 arrangiata da F. W. Stade – non è di certo un compito facile, vista la difficoltà di doversi confrontare allo stesso tempo con l’originale bachiano e con la sua rilettura ottocentesca, di un Bach che inevitabilmente suona così squisitamente romantico all’orecchio dell’ascoltatore moderno. I due interpreti riescono magistralmente nell’impresa: il suono intenso di Dillon e la conduzione quasi sottovoce di Torquati in queste Begleitungen musicalmente piuttosto scarne trascinano l’ascoltatore nel mondo sonoro intimo dell’Hausmusik, ove le operazioni di trascrizione erano all’ordine del giorno. La stessa atmosfera raccolta si percepisce anche all’ascolto delle Tre Romanze op. 94 – originariamente per oboe e pianoforte – in cui il duo pare ritrovarne l’essenza fondamentale nell’indicazione «einfach, innig» («semplice, intimo») della seconda romanza. Suggestive anche le trascrizioni schumanniane ad opera Friedrich W. Grützmacher (1832-1902), compositore e celebre violoncellista che spesso si esibiva in duo con Clara Wieck Schumann: la Sonata n.1 in la minore op. 105, la Festlicher Marsch op. 76, Aufschwächung dai Phantasiestücke op. 12 e la celebre Trauermarsch tratta dal Quintetto con pianoforte op. 44 mostrano nuovamente la volontà ottocentesca di voler diffondere le opere contemporanee attraverso la trascrizione, certo in questo caso più vicina e fedele al cosmo schumanniano, illuminato qui dal suono convincente e vibrante di Francesco Dillon e dal pianismo raffinato di Emanuele Torquati.
Schumann Music for cello and piano vol.2 | Francesco Dillon vlc, Emanuele Torquati, pf | Durata 72’38 | Sound engineers: Andrea Lambertucci e Gianluca Gentili. Registrato il 23-24 luglio 2012, Fondazione Spinola Banna per l’arte, Banna, Italia | 2012 Brilliant Classics 94328 DDD
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