XX e XXI • Sonatas and Interludes del compositore americano sono la colonna sonora della performance di Silvia Bertoncelli con l’esecuzione pianistica di Rolf Hind
di Francesco Fusaro
“DANZA PREPARATA”: COSÌ NEL TITOLO dello spettacolo dato ieri sera con grande successo di pubblico (numeroso e generoso nell’esprimere il proprio entusiasmo) al Teatro Elfo Puccini di Milano. Penultimo appuntamento della stagione di Milano Musica di quest’anno, il concerto ha visto infatti esibirsi sinergicamente Rolf Hind (pianista) e Silvia Bertoncelli (danzatrice) coordinati dalla mano lieve ma sapiente di Rui Horta, ideatore di coreografia, scene e luci. Una progettazione che ha reso dipendenti l’uno dall’altro gesto musicale ed atletico dando nuova vita ad uno dei più famosi cicli di John Cage, Sonatas and Interludes per pianoforte preparato, composto fra il 1946 e il 1948 in seguito all’avvicinamento del musicista americano al pensiero musicale e filosofico dell’India. Un lavoro più citato che ascoltato come spesso accade alla musica di Cage; relegata ad un ruolo di teorizzazione avanguardistica più che ad una vera fruizione, essa infatti finisce sulla bocca di molti più per sentito dire che non per diretta conoscenza.
Ed è questo spesso il destino di grandi capolavori della letteratura («Ma certo, la Recherche!»), dell’arte («Ma certo, il periodo blu di Picasso!»), del cinema («Ma certo, la Corazzata Potëmkin!»). Per fortuna, nel caso delle Sonatas (Cage aveva già lavorato alla preparazione del piano su influenza di Henry Cowell), abbiamo a disposizione un buon numero di registrazioni che assicurano al pubblico la possibilità di confrontarsi con un pensiero musicale che, pur essendo legato fortemente al periodo storico in cui fu concepito, dimostra nel 2013 tutta la sua modernità e la sua influenza anche in territori diversi da quelli della musica contemporanea colta (pensiamo ad esempio a certi brani di Richard D. James, in arte Aphex Twin). Rolf Hind e Silvia Bertoncelli dunque: mano dal tocco lieve, si direbbe quasi da Settecento musicale, il primo (rendendo giustizia al titolo di Sonatas di queste composizioni); corpo controllatissimo, ricco di sfumature gestuali, la seconda. Insieme drammaturgia sinestetica dove la preparazione di cui dicevamo all’inizio alludeva alla costrizione del corpo-pianoforte e del corpo-uomo in un gioco di servo/padrone, Master/Sub organicamente ricondotto alla bellissima scenografia di Horta tutta giocata sui minimi termini: buio e linee luminose, triangoli e trapezi, lame di luce che imponevano alla danzatrice una comunicazione limitata nello spazio e per questo resa particolarmente espressiva. Bravissimo quindi Hind ad interagire in profondità con la danza senza sacrificare l’interpretazione musicale, giustamente apprezzata dal pubblico. Bravissimi altrettanto Horta e la Bertoncelli nel dimostrare che il corpo preparato (con lunghi aghi metallici, con nastro adesivo, con semplici ma eloquenti autolimitazioni del gesto), com’è per il pianoforte di Cage, sa dire molto, forse di più. Ad maiora!
Danza Preparata | Rolf Hind, pianista Silvia Bertoncelli, danzatrice Rui Horta, coreografo|Teatro Elfo Puccini | Milano Musica | 19 novembre 2013, Milano
© Riproduzione riservata