Su commissione dell’Accademia Filarmonica Romana un concerto-spettacolo per commemorare il centenario del primo conflitto mondiale. Insieme alle letture del giornalista l’Ensemble Roma Sinfonietta diretto da Marcello Panni
di Simone Ciolfi
«SIAMO VERMI CHE SI DIMENANO per evitare la vanga»: questa la definizione che il soldato Gabriel Chevallier ha dato dei compagni di trincea durante la Prima guerra mondiale nel suo libro La paura. Corrado Augias ne ha letti alcuni passi durante l’esecuzione di musica stravinskiana per il concerto di giovedì 7 in cartellone per l’Accademia Filarmonica Romana al teatro Olimpico di Roma. Ricordare il contenuto emotivo della prima guerra mondiale è un dovere civile, l’unico modo per ridare vita alla tragedia e dunque farla ‘provare’ a chi è lontano ormai un secolo da quell’orrore. L’Histoire du soldat di Stravinskij è idonea a celebrare il centenario (queste le intenzioni della Filarmonica) sia perché fu scritta in quell’epoca sia perché la storia del soldato che vi si narra è la storia di un inganno e di una distruzione del sé che è ovvia conseguenza della guerra. La musica si è sempre fatta carico di stimolare il nostro senso critico e di sviluppare la nostra sensibilità; questo è il compito sociale che le è peculiare. La lontananza storica può creare, però, difficoltà di comunicazione alla musica del passato e, dunque, raccontarla è anch’esso un dovere civile, significa far comprendere il suo contenuto a chi è lontano, talvolta anche secoli, da essa.
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