Il concerto d’inaugurazione della Filarmonica del teatro milanese con il suo nuovo Direttore principale ha visto l’interpretazione di opere di Maderna, Stravinskij, Rachmaninov
di Luca Chierici foto © Luca Piva
LA SERATA FESTOSA che ha aperto la stagione della Filarmonica della Scala con un concerto del suo nuovo Direttore principale si è svolta, come accade oramai sempre più frequentemente, all’insegna di scelte di programma che non concedevano molto alle aspettative di un pubblico tradizionale. L’inclusione di un lavoro giovanile di Bruno Maderna va vista sia come corollario all’omaggio che viene quest’anno offerto al compositore veneziano da parte di Milano Musica, sia come supporto pratico a una iniziativa editoriale, la recente pubblicazione di alcuni manoscritti che erano rimasti inediti. L’elemento relativo al recupero e allo studio da parte di Maderna della musica antica – in questo caso risalente addirittura al dodicesimo secolo – denuncia una consuetudine che discende dal rapporto didattico che il musicista ebbe con Gian Francesco Malipiero.
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