Concerto romano per i cinquecento anni dalla prima edizione dell’Orlando Furioso
di Cecilia Malatesta | immagine: Angelica e Medoro Simone Peterzano, 1580. Collezione privata
Non c’è forse testo e contesto migliore da affrontare per un ensemble versatile come Micrologus che quello dell’Orlando Furioso, del suo autore e delle fertili corti di Ferrara e Mantova che ne hanno nutrito le tasche e l’immaginazione. Per il cinquecentenario della prima edizione del poema l’ensemble ha portato all’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma un programma sulla musica nata intorno al poema ariostesco: ottave intonate, frottole, madrigali e danze dalla corte estense del primo Cinquecento. Ma più che celebrare l’evento del 1516 in sé, lo spettacolo ideato da Patrizia Bovi re-introduce la dimensione temporale dell’elaborazione, della stesura, del racconto di cui la musica è testimonianza. Dalla gestazione lenta e preannunciata, le ottave dell’Orlando venivano infatti cantate e raccontate ben prima di essere date alle stampe e con una diffusione che valicava le mura della corte ferrarese per diffondersi nelle piazze tramite le voci dei cantastorie.
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