di Luca Chierici
Di percezione del suono in una sala sostanzialmente “sorda” come è quella del Teatro alla Scala si discuteva a proposito del concerto schumanniano diretto da Chailly con la partecipazione del pianista Radu Lupu. Un appuntamento che, visto in quest’ottica, si prestava ad alcune considerazioni relative non solo all’esito della serata ma soprattutto agli estremi opposti che caratterizzavano la percezione sonora dell’insieme, con una Seconda sinfonia squillante nella ri-orchestrazione di Mahler affiancata al Concerto in la minore appena sussurrato da Radu Lupu. Da una parte il progetto di eseguire le sinfonie di Schumann nella versione “corretta” di Mahler, con tutti i problemi che questa scelta si tira dietro: d’accordo, la revisione di Mahler è storicamente giustificabile, ma tutto sommato nulla aggiunge (anzi) a quello che è il messaggio originale.
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