di Luca Chierici foto © Marie Staggat
Organizzare e finanziare un mini-festival di musica da camera in un paesino del Salento, pure sfruttando l’ospitalità dei proprietari del castello di Spongano, i Bacile di Castiglione, e il particolarissimo recipiente costituito dal suggestivo, antico frantoio ipogeo del castello, è stata l’ultima fatica di Beatrice Rana. Ventiquattro anni, una carriera che ha pochissimi termini di paragone – presenti e passati – nel mondo della musica classica, Beatrice è già artista completa, richiestissima in tutto il mondo, a proprio agio in un repertorio che spazia dalle Goldberg al Concerto di Boccadoro, partner di direttori famosi e personalità che esterna più che volentieri la passione per la musica e la voglia di sperimentarla in tutte le direzioni. Con il valido apporto di altri giovani strumentisti, il primo concerto che ha avuto luogo il 7 Luglio è stato impaginato secondo canoni classici con la proposta della Sonata per violino e pianoforte op. 24 (la cosiddetta “Primavera”) di Beethoven e del fantastico Quintetto op. 44 di Schumann. Ma si è trovato anche il tempo di proporre uno specimen di musica contemporanea, di difficilissima esecuzione.
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