di Redazione

lombardiQuello che ci richiede Piano Works (1963-2003) di Luca Lombardi è uno sforzo di contestualizzazione: i quarant’anni che dividono Divertimento dagli Studi si sentono, e ancor più marcatamente si percepiscono le sovrastrutture e il percorso musicale e umano sotteso nei pezzi attorno agli anni ’70. L’album vuole essere una panoramica della varietà della produzione per tastiera di Lombardi, noto in realtà soprattutto per le sue opere liriche, gli oratori e le cantate: opere legate a un testo, dunque, a cui di primo acchito si direbbero lontani i lavori per pianoforte. Specie nei lavori degli anni ’70, Lombardi sente la necessità di legare le proprie composizioni a un testo, per meglio dire a un messaggio; in quanto militante socialista era portato a contribuire alla critica e al miglioramento della società per mezzo di una musica impegnata: Wiederkehr (1971) è una parentesi all’interno di questa produzione politicamente motivata.

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Qui interpretato da Giancarlo Cardini, dedicatario e primo esecutore dell’opera, Wiederkehr incarna la citazione di T W. Adorno che gli fa da motto: «Irrisolto è il problema della dimensione simultanea della musica, degradata a mero risultato, a qualcosa di irrilevante e virtualmente casuale». Lombardi pare voler risolvere questa situazione, lavorando a fondo sulle possibilità accordali, che in questa composizione trovano le espressioni più disparate in sezioni che non possono dirsi realmente contrapposte. Assistiamo infatti a una giustapposizione di parti dai contorni non troppo netti, in quanto contaminate dai frequenti rimandi o anticipazioni delle sezioni precedenti o successive; Wiederkehr significa ritorno, che qui è anche inteso come un ritorno alla chiarezza formale delle composizioni, elemento essenziale per la comprensibilità nel linguaggio di Lombardi.

Il riferimento testuale e l’impegno politico affiorano distintamente nelle Variazioni su “Avanti popolo alla riscossa” (1977), dedicate a Frederic Rzewski, che le eseguì in prima assoluta a Reggio Emilia. Questo omaggio alla canzone simbolo degli anni Settanta è un’operazione di svelamento: le singole variazioni – in cui non è mai riportata la forma originale della canzone – sono un percorso volto a raggiungere chiarezza espressiva, infatti è proprio nell’ultima variazione che la canzone appare maggiormente presente. Divertimento e Saluti, eseguiti rispettivamente da Alessandra Gentile e Alessandra Ammara, sono le composizioni cronologicamente più distanti: si percepisce il tempo trascorso nel il mutamento nel linguaggio, anche se il contrasto – almeno al primo ascolto – è meno forte di quanto ci si aspetterebbe.

In Divertimento (1963), Lombardi non ha ancora incontrato l’avanguardia europea e lavora su una struttura tradizionale nella forma; in Saluti (2001-2003), sette pezzi, ognuno dedicato a persone e particolari occasioni diverse, la scrittura non si allontana eccessivamente dalla tonalità, ma è evidente il mutamento nello stile: il compositore è completamente a suo agio nel frapporre citazioni di musica colta del passato ma anche di canzoni decisamente leggere (come “Happy Birthday” in Saluti n. 4 dedicato a Berio in occasione del suo settantasettesimo compleanno), fino ad inserire un passaggio di valzer, quasi una sua firma, un filo rosso che torna a galla fin dalla prima composizione scritta a soli dieci anni. Esecuzioni puntuali, sempre calibrate ma intense, fanno di questo disco un lavoro completo, che vale la pena di ascoltare più volte per comprenderne le evoluzioni, gli intrecci e i rimandi che narrano quarant’anni di storia, quella di Luca Lombardi, in cui il pianoforte è sempre tornato.

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Pubblicato il 2016-12-08 Scritto da ClaudiaFerrari

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