di Redazione

maxIl duo d’oltreoceano Coluoir, formato da Ariel Barnes al violoncello ed Heidi Krutzen all’arpa, dedica intensamente la propria attività alla commissione di opere a compositori americani e canadesi. Sia per sopperire alla carenza di repertorio per un organico poco considerato, sia per dare visibilità a compositori celebri ma non troppo, nell’ambito degli annuali appuntamenti del Modulus Festival, organizzati da Music on Main, in cui queste opere vengono eseguite. Da questa realtà musicale nasce Serere, opera del compositore James B. Maxwell, che Ravello Records pubblica in due versioni, la prima per violoncello ed arpa, la seconda con l’aggiunta dell’elettroacustica. Non sarà qualche effetto a cambiare la sostanza dell’opera, che risulta alquanto prolissa e monotona.
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Nella biografia del compositore si legge di numerose composizioni destinate al mondo del teatro e della danza. Effettivamente, anche Serere proviene da un balletto, e non ci si deve meravigliare della perenne sensazione di sottofondo che accompagna l’ascolto, tra lunghi flussi monoritmici dell’arpa e lampanti effetti del violoncello, peraltro eseguiti con la dovuta attenzione e cura dai due validi esecutori. Premesso che la musica da balletto deve rendere anche senza balletto (Tchaikovsky e Stravinsky lo dimostrano), siamo convinti che quest’opera nella sua forma originaria abbia un buon impatto sulla scena, peccato però che il CD possa riprodurre soltanto la parte musicale, e 46 minuti di ascolto complessivo sono forse un po’ eccessivi.

Tra i due Serere troviamo Clear Music, opera del giovane compositore Nico Muhly (1981), che offre spunti musicali molto interessanti. Muhly parte da un inciso proveniente dal mottetto di John Taverner Mater Christi Sanctissima, per poi svilupparlo. Il ruolo preminente è affidato al violoncello, non solo per la cadenza iniziale, ma anche per la perenne liricità che mantiene all’interno del disegno musicale. Molto suggestivo l’utilizzo della celesta, suonata da Maryliz Smith, il cui colore si fonde con fascino al pizzico dell’arpa.

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Pubblicato il 2017-02-01 Scritto da StefanoCascioli

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