Con questo doppio cd firmato Decca Italia, il pianista Roberto Prosseda dà il via ad un’incisione integrale delle sonate di Mozart tutta da scoprire. La lettura delle prime sei sonate presentate in questo volume (KV 279-284) si colloca in una posizione intermedia tra la moderna esecuzione pianistica e la prassi storicamente informata, poiché lo strumento utilizzato è un pianoforte (Fazioli) dei giorni nostri, che però viene suonato con il gusto e l’articolazione tipica del fortepiano, con risultati sorprendenti e talvolta inaspettati.

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L’uso parco del pedale di risonanza e l’articolazione sempre artificiosa esaltano la freschezza della scrittura del giovane Mozart. Il suono è sempre molto pastoso, e il rispetto maniacale delle indicazioni presenti in partitura fa sì che la lettura di Prosseda colga pienamente nel segno lo stile di queste opere.

Ascoltando le sei sonate senza soluzione di continuità, si avverte una visione generale molto chiara dell’interprete. Quello di Prosseda è un Mozart ‘distaccato’ e signorile, senza eccessi e sempre molto garbato. Anche la scelta dei tempi è ben calibrata, e coglie alla perfezione il giusto significato della terminologia italiana che si utilizza per le indicazioni agogiche. Particolarmente convincenti sono le parti più virtuosistiche, che Prosseda risolve facilmente con tocco perlaceo, così come i trilli sono di un nitore cristallino.

Ad aumentare il fascino musicologico dell’incisione è l’accordatura del pianoforte Fazioli, che non si avvale del consueto temperamento equabile, bensì del sistema “Tartini-Vallotti”, in voga nel diciottesimo secolo. Tale sistema non divide in parti uguali l’ottava, ragion per cui le tonalità non suonano tutte allo stesso modo. Va detto, però, che le modulazioni per toni lontani non sono così frequenti nel primo Mozart, quindi l’orecchio non soffre eccessivamente gli sbalzi di tonalità. Resta poi da chiedersi se la combinazione ibrida strumento moderno-accordatura storica rappresenti con sufficiente fedeltà un pensiero filologico. Ma forse non ha senso porsi il quesito: se Mozart fosse vissuto nel ventunesimo secolo avrebbe sicuramente suonato sul Fazioli gran coda.

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Pubblicato il 2017-04-19 Scritto da StefanoCascioli

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