di Redazione

arcangeloIn un orizzonte musicale dominato dalle grandi orchestre sinfoniche o dalle grandi personalità pianistiche, lo spazio per le piccole formazioni da camera è esiguo. Le esibizioni per duo o trio rimangono così appannaggio di piccoli gruppi di appassionati, che vengono a conoscenza degli eventi anche e soprattutto grazie ai social network. È un vero peccato; se poi si prendesse in esame il repertorio cameristico per chitarra si scoprirebbero inestimabili gemme musicali, meritevoli di giungere senza indugio alle orecchie del grande pubblico. Fortunatamente i valenti Rita D’Arcangelo al flauto e Jakub Kościuszko alla chitarra contribuiscono, con la loro ottima registrazione, a diffondere alcune delle più importanti opere del genere.

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Il Cd si apre con Entr’acte di Jacques Ibert, un’agile e gradevole miniatura per flauto e arpa trascritta per le sei corde. Già da questo breve brano si può apprezzare l’alta caratura degli esecutori. A seguire una delle più belle e importanti opere per chitarra e flauto, ovvero la Sonatina di Mario Castelnuovo-Tedesco. Come puntualmente suggerito nel booklet, in quest’opera in tre tempi è possibile ravvisare lo stile di alcuni importanti compositori cinematografici come Henry Mancini e John Williams, che sono stati allievo del compositore fiorentino. Si sottolinea la particolare bellezza del secondo movimento, uno struggente tempo di siciliana strutturato tramite la  sistematica imitazione dei temi. È però nell‘Andante cantabile di Paganini che si può ravvisare l’ottimo impasto sonoro del duo: originariamente per violino, la meravigliosa melodia viene ottimamente resa da D’Arcangelo, mentre Kościuszko provvede a un accompagnamento chitarristico ben calibrato  sia da un punto di vista timbrico che dinamico.

Continuando nell’ascolto si scopre man mano un programma gradevole e disimpegnato, figlio anche delle ricerche musicologiche Kościuszko alla stesura di una tesi di dottorato sulla presenza del jazz nelle opere classiche. Esemplificazione di questo pensiero è l’inclusione della Suite Buenos Aires di Maximo Diego Pujol. Benché sia più facilmente assimilabile a compositori come Piazzolla e Villa-Lobos piuttosto che al jazz, l’opera rappresenta un ottimo esempio di contaminazione fra musica extracolta ed eurocolta; in particolare si segnala la magistrale fattura del primo movimento della suite, Pompeya. A chiudere il CD una meravigliosa bonus track: l’arrangiamento per chitarra e flauto del famosissimo brano di Nicola Piovani La vita è bella.

Ed è proprio ascoltando quest’ultimo brano che si riesce a capire il carattere del disco: il booklet dai toni leggeri, quasi umoristici, un repertorio facile all’ascolto e il brano conclusivo tratto dalla colonna sonora di un film premio Oscar sono elementi che stanno a indicare la volontà di avvicinare più pubblico possibile alla musica da camera. Sicuramente un obbiettivo pienamente raggiunto, e con grande stile. Unico neo è una certa sovrabbondanza di riverbero nella chitarra per alcuni brani, cosa che però non inficia minimamente la qualità di quest’ottimo disco.

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Pubblicato il 2016-06-15 Scritto da LorenzoGalesso

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