L’eclettico programma affianca la matura Messa napoletana a due cantate giovanili: trionfano Flórez e la Pratt
di Francesco Lora foto © Amati Bacciardi
MONOGRAFIA NEL NOME DI GIOACHINO ROSSINI, ma contrasto di generi tra musica sacra e accademia profana. Nel concerto all’Adriatic Arena di Pesaro per il Rossini Opera Festival, il 15 agosto con replica il 18, il programma si divide tra la Messa di Gloria, sontuoso lavoro napoletano del 1820, e una coppia di cantate giovanili per voce sola, coro e orchestra: Il pianto d’Armonia sulla morte d’Orfeo, del 1808, e La morte di Didone, del 1810. Piaceri non contrastanti, ma comunque ben distinti, tra le due valve del concerto: qui sta il sospirato ascolto di uno tra i pochi capolavori sacri rossiniani di ampio respiro, rimasto ancora oggi di rarissima esecuzione a dispetto della renaissance belcantistica; là stanno due accattivanti troni musicali per godersi in una lunga tirata solistica un grande tenore e un grande soprano.
Prosegui la lettura di questo articolo o guarda il contenuto multimediale iscrivendoti al Club dei lettori del Corriere Musicale con un abbonamento Rodolfo, Rodrigo o Conte d'Almaviva
© RIPRODUZIONE RISERVATA