di Daniela Gangale
IL volume di Graziella Seminara Lo sguardo obliquo, uscito quest’anno per i tipi di Casa Ricordi e Lim, si propone al lettore come un ampio e dettagliato strumento di ricerca, indispensabile per partire alla scoperta di quel continente ancora inesplorato che è la collaborazione tra Azio Corghi e Josè Saramago. Il bello di questo testo è, però, che lo si può leggere anche come un avvincente romanzo: i protagonisti sono due grandi artisti che vivono e lavorano a cavallo di due secoli, due anime sensibili che, anno dopo anno, stringono un rapporto di amicizia e di vicinanza umana. Scrive Seminara, nella concisa e densa Premessa al volume, che «l’incontro tra Corghi e Saramago è stato in primo luogo incontro umano e ideale poiché è scaturito dalla condivisione di un medesimo orizzonte etico e intellettuale, governato da una sorprendente comunanza di vedute».
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Per l’Accademico di Santa Cecilia e il Nobel per la letteratura, infatti, la lettura critica degli eventi del passato, le implicazioni filosofiche e metafisiche dei grandi temi dell’esistenza umana, la dimensione autoriflessiva della propria arte, tipicamente novecentesca, sono punti di contatto importanti, intorno ai quali si dipana la loro relazione artistica e amicale durata dal 1984 fino alla morte dello scrittore portoghese, avvenuta nel 2010.
È Corghi a dare l’impulso che porterà all’amicizia tra i due; folgorato da Memorial do convento, uno dei capolavori di Saramago, sente che la strada del teatro musicale cui si è avvicinato in forme diverse dagli anni Settanta del Novecento, può espandersi davvero attraverso la collaborazione con lo scrittore. Quanto feconda sia stata questa intuizione lo attesta l’indice del volume di Seminara, che riporta una dopo l’altra le opere nate da questo felice connubio: Blimunda, Divara, La morte di Lazzaro, …sotto l’ombra che il bambino solleva, Animi motus, Cruci-verba, De paz e de guerra, Il dissoluto assolto.
Dicevamo all’inizio che questo volume è uno strumento di ricerca: della raccolta di testi d’archivio ha la serietà, la precisione della documentazione, l’attenzione filologica alla trascrizione dei testi (si conclude, tra l’altro, con la trascrizione integrale dei testi di tutte le opere). Gli scambi epistolari sono stati raccolti da Seminara con esauriente precisione, organizzati intorno alle opere e dunque in una cronologia per così dire tematica e i testi delle lettere sono in originale (Saramago scriveva in portoghese, francese e spagnolo) seguiti ove necessario dalla traduzione in italiano. È però anche la storia della collaborazione tra questi due artisti: ampie e puntuali Introduzioni precedono ciascun gruppo di lettere, ricostruendo le vicende della genesi e i temi delle opere a cui sono riferite, restituendo al lettore quel contesto storico e artistico che le rende tridimensionali, in una avvincente narrazione. Un libro quindi da avere nella propria biblioteca di testi musicologici ma anche da gustare come livre de chevet, grazie al quale conoscere più da vicino due grandi della nostra epoca.
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