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Percorsi tra musica e arti visive al Farnese di Parma: ovvero come mettere in relazione, ad esempio, l’Endimione dormiente di Cima da Conegliano e la Danza degli spiriti beati dall’Orfeo ed Euridice di Gluck
di Irene Sala
N asce dall’evidente sinergia e dall’impegno condiviso tra la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici di Parma e Piacenza e la Fondazione Arturo Toscanini la terza edizione del progetto Museo in Musica = M², che ha coinvolto gli studenti delle scuole medie e superiori in un affascinante percorso culturale di dialogo tra la musica e le arti visive che si è concluso il 15 maggio 2012 (coinvolgendo con successo anche il pubblico adulto in un concerto serale al Teatro Farnese). La location del progetto, che rientra nell’ambito del programma Educational della Fondazione Toscanini, è la splendida Galleria Nazionale parmense, trasformata per l’occasione in “auditorium”, ospitando la prestigiosa Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna guidata da Sebastiano Rolli, nella doppia veste di direttore e didatta.
Attorno al tema storie, miti e sentimenti eroici dell’antichità sono state scelte sei opere d’arte figurativa associate ad altrettanti brani musicali del repertorio classico, concentrandosi sugli elementi strutturali e i tratti espressivi comuni, a prescindere dall’epoca storica. Il progetto sfrutta la compenetrazione tra i due diversi linguaggi al fine di una migliore comprensione: la musica prende a prestito dall’arte figurativa la concretezza dell’immagine (preponderante nell’epoca in cui viviamo), viceversa l’arte visiva si serve del forte potere espressivo ed evocativo della musica.
A partire dai colossi scultorei d’arte romana Eracle e Dioniso, simboli del mito classico, l’esperto d’arte guida gli alunni tra le opere della Galleria, coinvolgendoli nella lettura dei gesti e delle espressioni dei personaggi raffigurati, delle ambientazioni, luci, colori e tecniche utilizzate. Dopo la visita guidata Sebastiano Rolli riparte dal visivo per spiegare e approfondire, prima dell’esecuzione di ogni brano, gli aspetti musicali e il perché delle convergenze artistiche e stilistiche riscontrate. Si diverte mentre parla e dirige, e così l’orchestra: grazie all’ausilio di esempi musicali e alla spiccata propensione comunicativa del direttore, il risultato è chiaro e incisivo. Poter usufruire dell’orchestra è un punto di forza del progetto, come anche la scelta di brani di breve durata e diverso carattere che aiuta a mantenere alta l’attenzione e l’interesse dei bambini.

Ecco che la lotta (interiore o fisica) può essere stilisticamente rappresentata dalla contrapposizione tra la sezione dei violini e quella delle viole e violoncelli, come nel Coriolano di Beethoven, e dalle pennellate e dai dettagli, come nel dipinto Ercole che libera Prometeo di Baldrighi. La stessa atmosfera immobile e statica si ritrova nella natura del piccolo tondo rinascimentale Endimione dormiente di Cima da Conegliano e nel canto sospeso affidato al flauto accompagnato dagli archi della Danza degli spiriti beati dall’Orfeo ed Euridice di Gluck. Una geometrica cornice racchiude il soggetto ironico del Giudizio di Mida di Cima da Conegliano, quasi come gli accordi solenni delimitano strutturalmente la musica giocosa dell’Ouverture del Flauto Magico di Mozart. Due eroi negativi emergono dal quadro Morte di Virginia di Doyen e dal Macbeth di Verdi; luci cupe e torve espressioni rivelano Appio Claudio e una musica sempre più funebre sottolinea la parabola tragica di Macbeth. Virginia, exemplum virtutis contro la tirannia, è condannata ingiustamente come il giovane attentatore di Napoleone che Beethoven aveva in mente mentre componeva l’Ouverture Egmont. La coda finale svela che l’eroe vivrà oltre la morte. Infine è la libertà interpretativa ad accostare Canova e la statua neoclassica di Maria Luigia in veste di Concordia e Rossini, che usa la stessa Sinfonia nell’opera drammatica Elisabetta regina d’Inghilterra e nell’opera buffa Il barbiere di Siviglia.
Al termine del percorso, per aumentare l’aspetto interattivo e stimolare il senso critico degli studenti, si potrebbe creare una sorta di gioco: mostrare ex novo due opere d’arte ed eseguire una composizione musicale, chiedendo che siano loro questa volta a scegliere e motivare l’accostamento, mettendo così in pratica ciò che hanno appena appreso. Ben vengano progetti come questo, che con leggerezza e gusto mirano allo sviluppo della comprensione delle opere d’arte e dell’ascolto musicale nei piccoli di oggi, che costituiranno il pubblico dei musei e delle sale da concerto di domani.
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