L’orizzonte onirico conquista l’apertura della nuova stagione del Divertimento Ensemble dedicata alla musica contemporanea
di Chiara Lijoi
L’inaugurazione di Rondò 2016 è stata definita dal suo direttore artistico, Sandro Gorli, «un riassunto di vocazioni» insite allo spirito della stagione stessa: quale miglior biglietto da visita? Protagonista della serata il giovane Daniele Ghisi (classe 1984), compositore in residence della scorsa edizione, con il quale il Divertimento Ensemble ha già collaborato all’esecuzione di otto partiture, tra le quali in tempi recenti Concertino (2011) e Proxima (2012). In programma l’opera: An Experiment with Time (reloaded).
Nato grazie alla collaborazione con l’Ircam di Parigi, in seno al network europeo Ulysses del quale l’ensemble milanese è tutt’ora unico partner italiano, il progetto presenta la versione live dell’omonima installazione per tre schermi e dispositivo audio 5.1. Ruolo centrale svolge l’intermedialità, allargata ulteriormente dall’inserimento dell’ensemble in acustico.
L’ispirazione da cui Daniele Ghisi ha tratto il suo lavoro è davvero molto intrigante: un ingegnere aeronautico inglese dai mille interessi, John William Dunne, scrisse nel 1927 un saggio intitolato An Experiment with Time nel quale raccontò l’ideazione e la condotta di un esperimento sui propri sogni. L’interesse di Dunne era stato stuzzicato da una sorta di premonizione, l’immagine dettagliata di un’esplosione poi realmente accaduta qualche giorno dopo il suo sogno, e ciò lo portò a focalizzare la propria attenzione sulla temporalità della materia onirica. Cominciò così ad annotare meticolosamente tutto ciò che ricordava dei propri sogni, cercando di capire se fossero collegati al passato o al futuro, ma il numero pressoché equivalente del risultato lo condusse ad un’unica conclusione: nel sonno tutti i momenti accadono contemporaneamente.
Il tempo parla così alla musica, la più temporale delle arti, saturando la stratificazione dei parametri musicali ed esecutivi
Daniele Ghisi propone la visualizzazione di un ipotetico diario animato, che scorre sullo schermo in una splendida costruzione in stop-motion. Il racconto si articola su un anno solare ripercorrendo le fasi della ricerca di Dunne, accompagnato dai due alter ego degli schermi laterali i quali, rispettivamente nell’arco di un giorno e nell’arco di una vita, stilano diari simili al principale su piani temporali a differente ‘granularità’. L’esecuzione dell’ensemble è anch’essa diretta dal tempo, che in questo caso si concretizza in una scansione irregolare (ad esempio in accelerando e con cambi di velocità repentini) – comunicato agli interpreti con un click in cuffia – quasi a sostituire matematicamente il battito cardiaco dei musicisti.
Il tempo parla così alla musica, la più temporale delle arti, saturando la stratificazione dei parametri musicali ed esecutivi. Gli schermi si rincorrono a diverse velocità, mentre l’armonia della composizione connette ad ogni mese un accordo di settima, che trova la sua risoluzione nel mese successivo con una cadenza perfetta. Pur seguendo una costruzione definita dallo stesso Daniele Ghisi prototonale, gli accordi non sono però costruiti sulla scala cromatica a mo’ di Clavicembalo ben temperato, bensì ripercorrono il circolo delle quinte, sottolineando in questo l’idea di ciclicità, così come ciclico è il percorso armonico che, in dodici mesi, torna a se stesso.
Interessantissimo il trattamento del materiale elettronico, interamente creato a partire da un enorme database contente secoli di storia della musica occidentale. La natura demiurgica del compositore è qui affermata con forza: le sue mani donano forma a ciò che esiste già, si immerge nel flusso temporale di cui fa parte raccogliendo e rielaborando questa eredità in modo assolutamente originale. A questo si aggiunge la viva voce dell’ensemble, in un raffinato gioco timbrico e ritmico con l’elettronica sottostante, sempre in relazione agli schermi sovrastanti. La ricerca del suono attraversa l’intera esecuzione, offrendo allo spettatore video-acustico la percezione unitaria e totale della stratificazione dei vari livelli. Decisamente riuscito il risultato sonoro, che rende quasi impossibile all’orecchio differenziare l’acustico dall’elettronico, vitalizzando ogni nota e separandola dall’ideale suono fisso. Particolare plauso al Divertimento Ensemble, che ha saputo mirabilmente gestire un’esecuzione difficile e stressante, sostenendo ininterrottamente per quasi un’ora il metronomo affidato e mantenendo una perfetta sincronia con la multimedialità. L’importanza del lavoro è stata riconosciuta anche dal pubblico della serata, il quale ha espresso caldo e partecipato consenso all’opera.
Un esperimento ambizioso dalla felicissima realizzazione, nel quale la dicotomia tra ciclo ed interruzione sottolineata da Daniele Ghisi lascia spazio all’ambiguità di situazioni fisse e vitali al tempo stesso. La dinamicità pervade l’attimo, saturando la sovrapposizione di impressioni e piani temporali.