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In una nuova registrazione le composizioni del 1964 tratte da Music for piano
di Mario Leone
N el XX secolo uno dei compositori che ha maggiormente ampliato il concetto di “musica” è sicuramente John Cage (1912 – 1992) del quale ricorrono quest’anno i cento anni dalla nascita e i venti dalla morte. Per questa occasione la Stradivarius propone, nella collana Timesfuture, un’ interessante incisione di Electronic Music for piano i cui protagonisti sono Ciro Longobardi (pianoforte) e Agostino Di Scipio (computer e live electronics). Composti nel 1964, i brani poggiano su una serie di composizioni pianistiche preesistenti (Music for piano 4 – 84). L’uso di questo materiale pianistico permette un’ampia libertà d’interazione tra pianoforte ed elettronica, che si influenzano vicendevolmente. È proprio qui la vera sfida accolta dai due musicisti: attingere da Music for piano traendone una serie di sette sequenze per la durata totale di circa un’ora e coniugarle con alcune indicazioni molto generali, anche criptiche, che Cage stesso aveva lasciato prima di un concerto (come spunto per amplificare ed elaborare il suono) a David Tudor, fidato pianista di tante “prime”. Queste sequenze son diventate dei veri e propri “movimenti” contraddistinti da precise modalità esecutive. Un lavoro di ricerca e di analisi sia della partitura che del pensiero di Cage iniziato verso la fine del 2008 e protrattosi per ben quattro anni, come racconta lo stesso Di Scipio nel libretto allegato al cd, che ha permesso loro di realizzare un’esecuzione non arbitraria ma precisa e ponderata, che va a fondo non solo delle indicazioni del compositore statunitense ma esalta il concetto stesso che Cage ha di musica. In questo senso sono da considerarsi musica anche il rumore e il silenzio: l’elaborazione elettronica è prodotta alcune volte da due altoparlanti utilizzati al limite della loro dinamica e in alcuni momenti in distorsione oppure dall’utilizzo di microfoni e altoparlanti posti troppo vicini l’un l’altro che producono quel fastidioso effetto di sistema di amplificazione mal governato, che in questo caso però diventa materia e senso musicale. Su questa scia anche la scelta di conservare la presenza nella registrazione di molti rumori accidentali connessi alla performance come richiede espressamente lo stesso Cage: “osservare le imperfezioni del silenzio in cui la musica è suonata”.
John Cage | Electronic music for piano | Ciro Longobardi, pianoforte – Agostino Di Scipio, computer e live electronics | Stradivarius
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