• Home
  • Chi siamo
  • Disclaimer
  • Privacy
lunedì 8 Agosto 2022
  • Accedi
  • XX e XXI
  • OPERA
    Quattro secoli di musica a Martina Franca

    Quattro secoli di musica a Martina Franca

    Tosca en plein air a Torino

    Tosca en plein air a Torino

    Un nuovo Rigoletto divide il pubblico scaligero

    Un nuovo Rigoletto divide il pubblico scaligero

    Cavalleria all’Arsenale di Torino per il Regio Opera Festival

    Cavalleria all’Arsenale di Torino per il Regio Opera Festival

    Ponchielli ritorna a Milano con una riuscita regìa di Davide Livermore

    Ponchielli ritorna a Milano con una riuscita regìa di Davide Livermore

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    I Puritani a Roma, il bello dell’integrale (o quasi)

    I Puritani a Roma, il bello dell’integrale (o quasi)

    Salieri, La scuola de’ gelosi a Torino           

    Salieri, La scuola de’ gelosi a Torino           

    Un ballo in maschera, vero e proprio evergreen scaligero

    Un ballo in maschera, vero e proprio evergreen scaligero

  • RECENSIONI
    • All
    • CONCERTI
    • Dvd
    • LIBRI
    • Recensioni CD
    • Recensioni Libri
    Pollini e Chopin: un binomio indissolubile

    Pollini e Chopin: un binomio indissolubile

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Grigory Sokolov a Roma

    Sokolov l’alchimista

    Il giovane israeliano Lahav Shani per la Filarmonica della Scala

    Il giovane israeliano Lahav Shani per la Filarmonica della Scala

    L’interminabile recital di Juan Diego Flórez

    L’interminabile recital di Juan Diego Flórez

    Grigory Sokolov a Roma

    Grigory Sokolov a Roma

    Orchestre de Paris con Esa-Pekka Salonen a Torino

    Orchestre de Paris con Esa-Pekka Salonen a Torino

    Mitsuko Uchida, accostamenti misteriosi e affascinanti proposte

    Mitsuko Uchida, accostamenti misteriosi e affascinanti proposte

    Grande successo per Fabio Luisi e la Filarmonica della Scala

    Grande successo per Fabio Luisi e la Filarmonica della Scala

  • APPROFONDIMENTI
No Result
View All Result
Il Corriere Musicale

La chiamano classica ma è sempre contemporanea
Informazione, riflessione, attualità della musica classica

Anno di fondazione: 2011

  • XX e XXI
  • OPERA
    Quattro secoli di musica a Martina Franca

    Quattro secoli di musica a Martina Franca

    Tosca en plein air a Torino

    Tosca en plein air a Torino

    Un nuovo Rigoletto divide il pubblico scaligero

    Un nuovo Rigoletto divide il pubblico scaligero

    Cavalleria all’Arsenale di Torino per il Regio Opera Festival

    Cavalleria all’Arsenale di Torino per il Regio Opera Festival

    Ponchielli ritorna a Milano con una riuscita regìa di Davide Livermore

    Ponchielli ritorna a Milano con una riuscita regìa di Davide Livermore

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    I Puritani a Roma, il bello dell’integrale (o quasi)

    I Puritani a Roma, il bello dell’integrale (o quasi)

    Salieri, La scuola de’ gelosi a Torino           

    Salieri, La scuola de’ gelosi a Torino           

    Un ballo in maschera, vero e proprio evergreen scaligero

    Un ballo in maschera, vero e proprio evergreen scaligero

  • RECENSIONI
    • All
    • CONCERTI
    • Dvd
    • LIBRI
    • Recensioni CD
    • Recensioni Libri
    Pollini e Chopin: un binomio indissolubile

    Pollini e Chopin: un binomio indissolubile

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

    Grigory Sokolov a Roma

    Sokolov l’alchimista

    Il giovane israeliano Lahav Shani per la Filarmonica della Scala

    Il giovane israeliano Lahav Shani per la Filarmonica della Scala

    L’interminabile recital di Juan Diego Flórez

    L’interminabile recital di Juan Diego Flórez

    Grigory Sokolov a Roma

    Grigory Sokolov a Roma

    Orchestre de Paris con Esa-Pekka Salonen a Torino

    Orchestre de Paris con Esa-Pekka Salonen a Torino

    Mitsuko Uchida, accostamenti misteriosi e affascinanti proposte

    Mitsuko Uchida, accostamenti misteriosi e affascinanti proposte

    Grande successo per Fabio Luisi e la Filarmonica della Scala

    Grande successo per Fabio Luisi e la Filarmonica della Scala

  • APPROFONDIMENTI
No Result
View All Result
Il Corriere Musicale
No Result
View All Result

David Osmond-Smith su Aldo Clementi

di Redazione
12 Agosto 2011
in Approfondimenti
0
Home Approfondimenti
9
CONDIVISO
79
LETTO
Condividi su FacebookCondividi su Twitter

I compositori che lavorano insistentemente con i canoni – Webern, Dallapiccola, Clementi, tanto per citarne tre – sono considerati con diffidenza da coloro che si avvicinano alla musica con la speranza di attingere un po’ del suo fascino di spontaneità soggettiva. Benché questi tre compositori dimostrino una straordinaria sensibilità verso le sfumature della musica sentita “nell’istante”, mettono in dubbio la convinzione generale secondo la quale il presente è l’unica dimensione temporale significativa della musica. La musica, invece, esiste anche nella temporalità virtuale dello spartito, dove il passato, il presente e il futuro coesistono e interagiscono. Di tutte le discipline musicali, è proprio il canone che media in modo più rigoroso tra queste dimensioni contraddittorie del tempo musicale. La costruzione di un canone richiede che ci si trovi contemporaneamente in più luoghi all’interno del tempo musicale virtuale dello spartito. Si tratta di un atto di fede nell’integrazione del tempo, che si realizza pienamente solo nel momento in cui il lavoro non viene filtrato dalle gerarchie imposte da un presente percettivo. Ma allo stesso tempo, il canone esalta il senso di responsabilità del musicista verso quel presente percettivo, disciplinandone sempre più la consapevolezza dei dettagli armonici e ritmici man mano che le differenti voci si intrecciano.

Non c’è da stupirsi, allora, che un modo di concepire la musica che combina le due temporalità della tradizione musicale occidentale abbia ossessionato Aldo Clementi per più di trent’anni. Si tratta non soltanto di fedeltà all’essenza stessa della sua arte, ma anche alla sua posizione storica attuale. Può darsi che il soggetto teleologico del classicismo viennese, oppure le profondità recondite ma gratificanti rivelate nell’ascoltatore dalla tradizione romantica ed espressionista, suscitino sentimenti nostalgici (una nostalgia, questa, che non è sicuramente estranea a Clementi), ma nella seconda metà del Novecento non possono fornire un’identità funzionale; Clementi ne prende le distanze rifiutandosi di comporre narrazioni, sia di tensioni risolte, sia di quella caleidoscopica successione, logicamente infinita, di stati d’essere così cari a tanti suoi contemporanei. I suoi materiali, sia che vengano attinti da un passato tonale, generati come un jeu d’esprit dai nomi delle persone alle quali sono dedicati, oppure prodotti attraverso la razionalizzazione della prassi compositiva dei suoi predecessori, utilizzando sequenze di intervalli derivate dalla scala diatonica, sono proiettati in uno stato rotazionale statico senza una vera e propria logica d’inizio o di fine.

Clementi arriva a fare una sola concessione quasi teleologica, non alle convenzioni della tradizione soggettiva, bensì alle leggi della fisica. Le sue strutture rotazionali rallentano e si acquietano: come Isaac Newton precisò, “motion (…) is more apt to be lost than got and is always upon the decay” (è più probabile che il movimento venga disperso che generato, e comunque esso viene sempre a trovarsi in fase declinante). Trent’anni or sono Clementi propugnava la tesi che la musica, in quanto arte, fosse anch’essa “in fase declinante”, se non addirittura morta – e che le sue strutture rotazionali potessero ormai fungere soltanto da memoriali musicali. Per nostra fortuna, non ha intrapreso la strada seguita da Samuel Beckett (anche lui maestro della negatività stoica), e quindi permesso alla sua musica di cadere lentamente nel silenzio. Anzi, l’incessante produzione della sua penna testimonia la capacità della musica di rinascere come l’araba fenice dalle ceneri. La sua straordinaria sensibilità per le sfumature e per le filigrane sonore (textures) – evidenziata per esempio dalle sottili armonie fluttuanti di Impromptu, oppure dalle filigrane così caratteristiche di Berceuse – dimostra l’abbondanza della vita musicale al di là della morte del “soggetto” musicale. E coloro che prendono le burle assolutamente sul serio, dovrebbero considerare che Scherzo sprigiona una sfrontata allégresse du fabricateur che non sentivamo nelle opere di Clementi dall’epoca in cui fu composto Triplum, nel lontano 1960.

Uno sguardo alla produzione di Clementi delle ultime decadi mostra quanto intensamente sia stato attratto dall’adozione di frasi tratte dai corali protestanti come punto di partenza delle sue opere. E sebbene egli tenga a puntualizzare subito la loro qualità puramente estetica, questi frammenti inevitabilmente portano con sé risonanze di una vita vissuta in modo critico – come essenzialmente fecero le avventure più intense delle avanguardie del dopoguerra. Si sarebbe quindi tentati di affermare che questo sia semplicemente un altro “mondo perduto”, alle cui prassi – come quelle della musica amatoriale della sua giovinezza – Clementi afferirebbe una sobria affinità. Al pari delle personalità più forti della sua generazione, egli ha poco tempo per la nostalgia. Lavori di grande bellezza, come Vom Himmel hoch per pianoforte oppure Aus Tiefer per coro femminile e strumenti, riaffermano la volontà dei suoi contemporanei di forgiare una personale esplorazione del passare del tempo, un modo personale di ottenere una disciplinata attenzione al fluire e rifluire delle densità sonore. Potrebbe anche essere uno stoico segno di perdita, ma solo nel senso di lasciarci intuire il prossimo passo in avanti.

David Osmond-Smith

Courtesy Edizioni Suvini Zerboni (www.esz.it)

Tags: Clementi AldoDallapiccolaOsmond-Smith DavidWebernXX e XXI
Share4Tweet2
Redazione

Redazione

CorrelatiArticoli

I Mozart e Torino

I Mozart e Torino

di Marco Testa
12 Aprile 2019
0

È noto che durante il primo dei tre viaggi in Italia, Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart soggiornarono per circa due...

Le composizioni di Giovanni Salviucci a Rimini

di Santi Calabrò
12 Ottobre 2018
2

Essere “il più bravo di tutti”, come si diceva ai suoi tempi di Giovanni Salviucci (1907-1937), è un titolo che...

Edward Said, l’intellettuale della musica

Edward Said, l’intellettuale della musica

di Marco Testa
24 Settembre 2018
0

Il prossimo 25 settembre ricorrerà il quindicesimo anniversario della scomparsa di Edward W. Said, poliedrica e discussa personalità di studioso...

Ferruccio Busoni, un breve ritratto

Ferruccio Busoni, un breve ritratto

di Maria Cristina Riffero
14 Dicembre 2016
0

Racchiudere in un breve articolo la molteplicità degli aspetti della vita di Ferruccio Busoni, nato ad Empoli il 1°Aprile 1866,...

Aureliano Cattaneo, la composizione come una «costellazione di relazioni»

Aureliano Cattaneo, la composizione come una «costellazione di relazioni»

di Claudia Ferrari
26 Giugno 2016
0

Aureliano Cattaneo, classe 1974, ha ricevuto quest'anno il Premio Abbiati attribuito dall'Associazione Nazionale Critici Musicali nella categoria “Novità per l'Italia”...

«La cena delle beffe»: una partitura di straordinario spessore melodico

«La cena delle beffe»: una partitura di straordinario spessore melodico

di Luca Chierici
7 Aprile 2016
0

2 - Sguardi sulla musica | L'opera di Umberto Giordano torna al Teatro alla Scala dove fu diretta la prima volta da...

Articolo successivo

Philippe Daverio spiega la "Pastorale" di Beethoven

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Recensioni

Pollini e Chopin: un binomio indissolubile
CONCERTI

Pollini e Chopin: un binomio indissolubile

2 mesi fa
Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino
OPERA

Falcone e Borsellino. L’Eredità dei giusti è la nuova opera di Marco Tutino

2 mesi fa
Grigory Sokolov a Roma
CONCERTI

Sokolov l’alchimista

2 mesi fa

I più letti di ieri

  • Friedrich Gulda, un musicista totale

    Friedrich Gulda, un musicista totale

    16 condivisioni
    Share 6 Tweet 4
  • Quattro secoli di musica a Martina Franca

    17 condivisioni
    Share 7 Tweet 4
  • Copertine d’autore

    10 condivisioni
    Share 4 Tweet 3
  • Valutare i titoli artistici, tra contraddizioni e scandali

    12 condivisioni
    Share 5 Tweet 3
  • Il Matrimonio segreto. Regia di Marco Castoldi, in arte Morgan

    9 condivisioni
    Share 4 Tweet 2

Newsletter

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor.
SUBSCRIBE

Site Links

  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org
  • XX e XXI
  • OPERA
  • RECENSIONI
  • APPROFONDIMENTI

© 2021 Il Corriere Musicale - Informazione e riflessione sulla musica classica Il Corriere Musicale.

No Result
View All Result
  • XX e XXI
  • OPERA
  • RECENSIONI
  • APPROFONDIMENTI

© 2021 Il Corriere Musicale - Informazione e riflessione sulla musica classica Il Corriere Musicale.

Ben ritornato!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Accedi
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?