di Corina Kolbe foto © Annelies van der Vegt
Con un programma incentrato sul motto “divertimento e sport”, un’allusione spiritosa ai Giochi Olimpici della prossima estate, la Freiburger Barockorchester si è esibita alla Philharmonie di Berlino. La formazione, il cui repertorio in verità non si limita al barocco ma si estende fino alla musica contemporanea, regolarmente collabora con musicisti ospiti. Nel concerto berlinese che ha visto come solista l’apprezzato soprano Christina Landshamer, l’orchestra è guidata per la prima volta dalla violinista fiorentina Lorenza Borrani, spalla della Chamber Orchestra of Europa con una lunga esperienza di musica da camera.
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L’impronta ironica del programma si rivela non appena scorrono le prime note della sinfonia numero 60 di Joseph Haydn in do maggiore, soprannominata “Il distratto”. Il compositore si ispirò a uno spettacolo comico il cui sfortunato protagonista si perde in intrecci amorosi, manda una lettera d’amore alla donna sbagliata e rischia perfino di dimenticare la cerimonia del suo matrimonio. Sotto la guida esperta di Lorenza Borrani l’agile complesso offre un’interpretazione fresca e vivace del brano che consiste di sei movimenti pieni di improvvisi passaggi dinamici e ritmici, interruzioni e cambiamenti nell’armonia. Nella parte finale Haydn prende in giro i violini quando li fa suonare un passaggio stonato. I musicisti stanno al gioco, fermandosi divertiti e facendo finta di dover accordare i loro strumenti.
Man mano che prosegue la serata ci si accorge che il programma avrebbe dovuto intitolarsi piuttosto “divertimento e amore”. Nell’opera L’Olimpiade di Tommaso Traetta i giochi di sport fanno solo da cornice a un bizzarro triangolo amoroso. “E come, oh dio! si può, come si può così mancar di fede? Tutto per lui perdei, oggi lui perdo ancor”: con la sua voce ricca di colori e capace di trasmettere forti emozioni, Christina Landshamer interpreta l’aria «Che non mi disse un dì!». Traetta non fu l’unico a trarre ispirazione dal testo di Pietro Metastasio, un libretto messo in musica anche da compositori come Caldara, Pergolesi, Vivaldi o Cimarosa. Ovviamente piacque anche a Mozart che ne prese spunto per scrivere un’aria concertante (K 294), anch’essa affrontata con bravura dalla Landshamer. Un brano tanto bella quanto impegnativa dal punto di vista tecnico.
All’inizio dell’ultimo pezzo, la così detta “Posthorn-Serenade” K 320 di Mozart, i musicisti che sono rimasti in piedi durante tutto il concerto rientrano in scena suonando, com’era consuetudine ai tempi del compositore. In questo brano di carattere brioso, dedicato ai neolaureati dell’Università di Salisburgo in procinto di tornare a casa, Mozart rivela il suo amore per i fiati, riservando un solo al corno di posta, in segno di addio. Il concerto si conclude in maniera fulminea. Meritati applausi per l’eccellente compagine.
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Sounds like they had a good time!