Ottocento • In una premiata registrazione MDG l’interprete cinese propone una non comune lettura di tre note composizioni della letteratura pianistica più amata dal pubblico
F ino a che punto ci si può spingere oggi con l’ausilio (tutt’altro che da poco) di una scintillante tecnica pianistica, riuscendo allo stesso tempo a mantenere lo spirito di un’opera, quella dominante umana ed artistica che la rende attraente oggi come ieri? Non è una domanda nuova e non è tanto meno una domanda oziosa se si tengono in considerazione i sempre più sbandierati prodigi musicali provenienti sovente dall’Oriente, pronti a sbalordire platee più o meno dotte con una padronanza strumentale di tutto rispetto. Eccoci allora di fronte a questa pubblicazione targata MDG che vede protagonista la pianista cinese Jin Ju alle prese con un impegnativo programma diviso fra Beethoven (Appassionata), Czerny (La Ricordanza) e Schubert (Sonata D 958). Impegnativo perché simili accostamenti necessitano di quella – innata – finezza che permetta una profilatura attenta, una restituzione sensibile di anime prossime cronologicamente ma artisticamente distanziate. La nostra Jin Ju se la cava egregiamente: ha dalla sua notevole attenzione alle dinamiche, cristallina pulizia nell’esecuzione, gustosa cantabilità. Certo, sul filo del rasoio ci si salva da una lettura che sottolinei (senza essere richiesto) il segno di continuità beethoveniana che carsicamente si muove sotto alle composizioni citate. Sul filo del rasoio, però con stile: basta fare un veloce salto fra l’Andante con moto dell’op. 57 di Beethoven e l’Adagio della D 958 di Schubert per ritrovare traccia di quanto detto. Basta anche buttare un orecchio distratto a Czerny per ricordare (pardon) quanto vicino sia il confine fra una facile lettura salottiera di quelle Variazioni su un un tema di Rode e una interpretazione che sappia restituire invece leggerezza e insieme muscolarità musicale. Allora torna la domanda: tecnica o anima? Risposta diplomatica: tutte e due? Bravo, ma insieme. Perché senza un’anima di fondo (diciamo: a prescindere) la tecnica non ci racconta proprio nulla: e simpatici e dimenticati divertissement musicali all’insegna del funambolico virtuosismo sono lì a dimostrarcelo.
Jin Ju – Piano Music | Jin Ju, pianoforte | MDG 947 1698-6