Claudio Astronio ha diretto la giovane orchestra al Bozen Festival interpretando Martin Kraus, il compositore che stupì Haydn
di Grazia Distefano
«PROPRIO NON ME L’ASPETTAVO!» – commenta una signora del pubblico all’uscita dell’Auditorium di Bolzano. «È stata una piacevolissima sorpresa». In effetti è un quadro giovane e frizzante quello che offre la Theresia Youth Baroque Orchestra, protagonista al Bolzano Festival Bozen, realtà musicale tra le più accreditate nella città altoatesina. La serata è l’occasione per dare un segno importante dell’impegno a favore dei giovani dimostrando che con la cultura si può e si deve vivere. Raro esempio di mecenatismo privato, l’orchestra è frutto della passione per la musica dell’imprenditore e clavicembalista Mario Martinoli, che senza aspettare il sostegno della politica o l’intervento dello sponsor, investe parte delle proprie risorse economiche nella formazione. «L’ensemble punta su progetti di eccellenza e qualità nell’ambito della prassi esecutiva barocca» – ci dice Martinoli – «e consente ai giovani di specializzarsi suonando e nel contempo di essere retribuiti da professionisti».
Eleganti nei lunghi abiti neri e visibilmente emozionati, una trentina di ragazzi (tutti under 30) propongono a un pubblico purtroppo non numeroso, forse scoraggiato dal tempo inclemente, pagine di raro ascolto del Settecento sinfonico di Joseph Martin Kraus, compositore tedesco naturalizzato svedese. “Le sinfonie che egli ha scritto…almeno da me saranno considerate un capolavoro per i secoli a venire. Credetemi: ben pochi sono capaci di scrivere una cosa simile”: così Haydn saluta la musica di Kraus. Già a un primo ascolto le sue composizioni si rivelano ricche di timbri e piene di forza comunicativa. Spesso scritte in tonalità minore, come la Sinfonia VB 142, hanno una drammaticità maggiore rispetto alla giocosità delle sinfonie di Mozart, di cui Kraus è contemporaneo. Uno stile classico con anticipazioni romantiche soprattutto nei contrasti dinamici e nella cantabilità delle melodie. Un repertorio di piacevole ascolto, seppur complesso nell’esecuzione, che ha goduto dell’interpretazione filologica di Claudio Astronio. La direzione composta ma autorevole ha portato alla luce la bravura degli interventi solistici dell’oboe (Hanna Lindeijer) nella brillante Sinfonia VB144, così come i suoni cupi ma intonati degli ottoni e delle percussioni nella maestosa Riksdagsmusik, scritta su commissione del re Gustavo III di Svezia.
Ed è proprio qui, ad organico completo arricchito da timpani e trombe storiche, che il giovane ensemble sprigiona quell’energia positiva che conquista il pubblico entusiasta della serata e piacevolmente colpito dall’affiatamento e dalla sintonia degli archi, guidati con fermezza da Esther Crazzolara, spalla della Theresia Youth sin dalla fondazione. Anche nelle pagine operistiche di Kraus, Ballet music for Gluck’s opera Armide VB39 e Chaconne aus Aeneas i Carthago VB 23, l’orchestra colpisce per la bellezza dell’impasto sonoro: le arcate robuste degli archi con la potenza delle percussioni si alternano a momenti di quiete dei legni fino al finale esplosivo del tutto orchestrale.