Cartellone • Presentata questa mattina la nuova programmazione della compagine orchestrale: dieci concerti a Milano (con bacchette d’oro) e venti fuori sede. Tra gli interpreti il felice ritorno di Myung-Whun Chung e il giovane David Afkham
di Luca Chierici
La cartella illustrativa preparata per la conferenza stampa della nuova stagione della Filarmonica della Scala ha una copertina coloratissima che dice già tutto. Nel recto e nel verso due fotografie, una dell’orchestra sul palcoscenico del Teatro e la seconda, a vasta panoramica, della piazza del Duomo ricolma di spettatori (dai 40 ai 50 mila) per il recente concerto di Chailly e Bollani. La Filarmonica «nella sua sede istituzionale e aperta alla città, al mondo», come ha efficacemente sintetizzato il direttore artistico Ernesto Schiavi nel suo intervento che era stato preceduto dai saluti dell’assessore Del Corno e del presidente Federico Ghizzoni.
Schiavi ha giustamente insistito sul ruolo dell’Orchestra e delle sue attività come valore sociale reso disponibile alla città nella forma di prove aperte (9500 spettatori lo scorso anno), proiezioni di filmati nei cinema, concerti pubblici, iniziative culturali di ampio respiro come quella dedicata ai giovani delle scuole elementari (il Progetto Sound, Music!): il 95% delle uscite nel bilancio della Filarmonica va a contribuire alla produzione musicale e solamente un 5% è dedicato alle spese fisse di personale stabile. Il tutto a fronte di entrate che sono coperte per il 34% dagli sponsor (soprattutto Unicredit), per il 27% dagli abbonamenti e per la rimanente parte dalla vendita dei biglietti, dai proventi delle riprese televisive e da altre produzioni.

Dieci concerti, dal 4 novembre 2013 al 19 ottobre 2014, non sono ovviamente sufficienti per delineare un tema conduttore per la stagione. Si parla allora di “Direttori di famiglia” che costituiscono un patrimonio di conoscenza, di reciproca solidarietà artistica e che rappresentano la quasi totalità dei nomi in cartellone (in ordine alfabetico Barenboim, Chailly, Chung, Eschenbach, Gergiev, Harding, Luisi, Prêtre e Salonen), cui si aggiunge il giovane David Afkham con un impegnativo programma Webern-Beethoven-Šostakovič assieme al pianista Rudolf Buchbinder (31 marzo). Molte celebri bacchette amano dirigere la Filarmonica e Schiavi ha innanzitutto ricordato in apertura la figura di Wolfgang Sawallisch, Socio onorario dell’orchestra (lo è oggi anche Prêtre) e figura di artista che, accanto a quella di Giulini, ha rappresentato per la Filarmonica un punto di sostegno musicale ma anche umano.
Accanto ai direttori vi sono come sempre solisti famosi, scelti soprattutto tra le figure più rappresentative delle giovani generazioni: si ascolteranno tra gli altri i violinisti Kavakos (il Concerto di Sibelius con Chailly e una orchestra ospite di grande prestigio come i Wiener Philharmoniker, il 18 gennaio) e Josefowicz, i pianisti la Salle e Lisiecki, il baritono Matthias Goerne. Un altro ricordo, quello di Luciana Pestalozza, ha portato Schiavi a illustrare una nuova partnership con Milano Musica e la commissione di un nuovo lavoro al giovane compositore Mauro Montalbetti, cinque pezzi per orchestra ispirati ad altrettanti sonetti di Shakespeare. E con Sound, Music! vi sarà un laboratorio che porterà i giovanissimi a contatto con il Sacre di Stravinskij, secondo un’idea di Francesco Micheli. L’attività della Filarmonica all’estero prosegue infine con grande impegno: la nuova stagione prevede più di venti concerti fuori sede e il debutto nella sala del Concertgebouw di Amsterdam.