Bacchette • Inaugurata la Stagione Sinfonica 2013-14 del Teatro alla Scala con un magnifico concerto che ha visto protagonista il direttore oggi 84enne. Replica stasera e il 30 ottobre
di Simeone Pozzini
CHE CLASSE ANDRÉ PREVIN! Il suo Brahms è ampio, generoso e insieme misurato. E infatti ci sono state ovazioni e lunghissimi applausi alla Scala l’altra sera ad accoglierlo (ma anche a congedarlo provvisoriamente, poiché il concerto è in replica stasera e il 30 ottobre) per l’inaugurazione della Stagione Sinfonica 2013-14, in sostituzione di Georges Prêtre, mantenendo inalterato il programma previsto. Momento indimenticabile, ancor più se pensiamo che Previn era per la prima volta nel teatro milanese. Vien da chiedersi perché non sia mai stato chiamato prima: il suo nome è annoverato nella rosa dei grandi direttori. Ottantaquattrenne, pluripremiato, curriculum eclettico e versatile (autore di colonne sonore ed altra musica orchestrale), con eleganza si è fatto aiutare a raggiungere il podio e appena vi è salito è come se lo spazio intorno a lui non fosse più quello fragile della camminata, ma una torre dalle fondamenta d’acciaio.
Gesto parsimonioso ed illuminante nella lettura della Terza e della Quarta sinfonia, scritte da Brahms in tempi ravvicinati tra il 1883-85. La Quarta op. 98 rappresenta il punto culminante della sua concezione sinfonica, pagina che cresce e si forma con lo svolgimento della pagina stessa. Capolinea raggiunto con Bach in agguato. Brahms è uno degli autori che Previn ha avuto occasione di approfondire in passato, anche durante gli anni con la London Symphony Orchestra, della quale, tra le tante, è stato direttore stabile. Grande maestria direttiva e carattere, realizzato fin nell’iniziale Allegro con brio della Terza op. 90, con quegli accordi nella tonalità di fa maggiore subito messa in discussione. Ottima la sezione fiati. Là dove Brahms distribuisce il disegno musicale tra gruppi diversi dell’orchestra, Previn è subito pronto a condurre il tratteggio e a completarlo. Et voilà. Come a dire «è ovvio, no?» Così come nelle note ribattute del secondo tempo della Terza: disegna l’orchestra.
E la Filarmonica lo ha seguito, altroché. Previn ha staccato in generale tempi moderati, chiesto all’occorrenza vibrati di parti della frase in modo signorile. Appena accennati. Quasi palpitazioni. Le frasi mai troppo compiaciute, neanche nel noto Poco Allegretto, solide nella malinconia. Ma soprattutto esce una lettura d’insieme perspicua e appassionata che il pubblico ha apprezzato moltissimo. Tra i tanti applausi quelli della violinista Anne-Sophie Mutter, presente al concerto e nella sua vita.
Filarmonica della Scala | dir. André Previn | 24 ottobre 2013 | Inaugurazione Stagione Sinfonica 2013-14
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