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Mostre • Nel teatro palermitano è allestita la mostra dedicata al compositore di Busseto di cui si celebra il bicentenario dalla nascita. Un viaggio che segue l’evoluzione della popolarità verdiana nella storia del teatro siciliano attraverso gli allestimenti delle sue opere
di Monika Prusak
[IL] 22 marzo scorso, alla presenza di Gaia Maschi Verdi – erede del primo sostenitore di Giuseppe Verdi, Antonio Barezzi –, è stata inaugurata al Teatro Massimo di Palermo una mostra dedicata al bicentenario della nascita del compositore bussetano. L’esposizione, che conta più di trecento documenti provenienti dall’archivio teatrale tra cui bozzetti di scena, figurini, fotografie, locandine, programmi di sala e costumi, ha come manifesto la riproduzione di una rara acquaforte del 1978 di Renato Guttuso con il ritratto di Verdi. Nella presentazione dell’evento, il Commissario straordinario Fabio Carapezza Guttuso ha messo in rilievo i cambiamenti che sono avvenuti nel modo di vedere e organizzare lo spazio scenico nell’ultimo secolo e l’importanza della ricerca e della conservazione dei documenti d’archivio ai fini di comprendere meglio la dimensione storica degli spettacoli musicali. «La mostra “Verdi al Massimo” – spiega Carapezza -, che segue quella dedicata a Wagner da poco conclusasi, consente, attraverso la popolarità di questo grande compositore di osservare da vicino questa trasformazione, confrontando le realizzazioni delle stesse opere in momenti cronologici diversi e quindi secondo gusti e correnti estetiche differenti. […] La mostra, allestita da Roberto Lo Sciuto e con il coordinamento di Marida Cassarà, coinvolge molti settori del teatro fra cui i laboratori di attrezzeria e la biblioteca, e si inserisce significativamente nell’ampio programma predisposto dal Massimo per celebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi in cui ad alcuni dei “classici”, come Nabucco, Aida e Rigoletto, si affiancano durante tutto il 2013 concerti e balletti su musiche verdiane, spettacoli per le scuole e visite guidate per i più piccoli animate dalla presenza di Filli Cusenza (celebre artista della fiber art)».
Il curatore dell’esposizione, Sergio Troisi, definisce Verdi un «artista (anche) visivo», per l’importanza che il compositore conferiva all’aspetto visivo della realizzazione scenica delle proprie opere. Gaia Maschi Verdi ha confermato l’esistenza dei disegni dello stesso Verdi che mostrano l’organizzazione dello spazio scenico e la disposizione dei cantanti e dei musicisti, raccontando anche della sigla “Visto da Verdi” che l’artista poneva sulle scene da lui approvate. «Auspico – ha aggiunto – che questa interessante mostra di bozzetti e costumi, eccellenza del patrimonio culturale operistico italiano, dalla Sicilia possa essere esportata in tanti altri teatri d’opera del mondo che rappresentano e amano Verdi».
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 23 giugno 2013, dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 17, nel circuito di visite guidate del Teatro e in coincidenza con gli spettacoli. I visitatori saranno accolti e guidati dai “Giovani per il Teatro Massimo”, una nuova associazione culturale dedicata agli Under30 per promuovere le attività legate all’opera lirica, al balletto e alla musica sinfonica nella città di Palermo.
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