Bolzano, Europa. Il capoluogo altoatesino da qualche anno fa scintille nella programmazione musicale, con un respiro che agilmente supera i confini provinciali.
Sarà il vicino confine austriaco, sarà la ricchezza (non senza problemi) di una doppia lingua e di una doppia cultura, sarà l’affinità con un pubblico d’oltreconfine al quale la musica è familiare molto più che a quello italiano. A Bolzano, insomma, si ascolta tanta musica: in città sono appena passati i grandi nomi del Bolzano Festival (Argerich e Zylberstein, Colin Davis e Ashkenazy, la Gustav Mahler Jugend Orchester e la EUYO, mentre Abbado e la Mozart sono attesi per il 25 settembre) e smessi i panni della “grande classica” la città invita immediatamente a immergersi in un cartellone ricchissimo di musica e cultura “contemporanea” nel vero senso della parola. L’occasione è il Festival Transart, che giunge quest’anno alla sua undicesima edizione e non delude chi si aspettava ancora una volta una programmazione eclettica e carica di uno sguardo curioso e soprattutto obliquo. Perché principalmente la curiosità e un gusto trasversale sono le necessarie chiavi per assaporare i gusti inconsueti della manifestazione bolzanina.
Tra aree industriali dismesse e antiche chiese, Transart va dall’elettronica rivista in chiave orchestrale (mercoledì 14 all’Ex Alumix con l’unica data italiana dell’ensemble newyorkese degli Alarm Will Sound) al “Female power” di Laurie Anderson (pure questa un’unica nazionale, il 23 settembre negli spazi industriali delle Officine FS), fino alla sperimentazione dissacratoria di Matthew Herbert, che nel concerto di apertura registrerà l’azione prodotta da 500 persone armate di campanacci, chiamate a realizzare un inedito momento sonoro collettivo, mentre due giorni dopo presenterà in prima mondiale One pig, testimonianza sonora della vita di un maiale, macellazione compresa: complesso e drammatico mondo di suoni, che potrà anche destare non poco sconcerto.
A metà tra l’opera musicale e la performance teatrale, Transart propone il 25 settembre “Voicity” di Boris Filanovsky, lavoro ispirato alla Sinfonia delle sirene di Arseny Avraamov, composizione futurista del 1922, mentre teatro di pupazzi, matita e carboncino, attori in carne ed ossa saranno gli ingredienti (mescolati assieme dalla tecnologia elettronica) di “Woyzeck on the Highveld” (21.09), pluripremiata produzione della compagnia Handspring Puppet, ensemble fondato a Cape Town nel 1981.
Transart è anche scoperta del territorio e si mette in cammino in un vero e proprio “pellegrinaggio laico” (18.09) alla scoperta dei luoghi del sacro tra Alto Adige e Tirolo del nord, con sette concerti in sette chiesette da Vipiteno a Nösslach e i suoni di un’antichissima civiltà, quella incaica, proposti dalla musica di compositori contemporanei e con 5 nuove opere proposte in prima mondiale dall’Orquesta Experimental de Instrumentos Nativos.
Emilia Campagna
Il programma completo al sito www.transart.it