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A seguito del sisma è in difficoltà il Teatro che venne inaugurato il 2 settembre 1798 con l’opera Gli Orazi e i Curiazi di Marco Portogallo e il balletto La figlia dell’aria di Salvatore Viganò. È stato attivato un conto corrente per sostenere la ricostruzione delle parti danneggiate. Risparmiata in parte la Sala e il palcoscenico. La programmazione è al momento sospesa. Pubblichiamo l’appello diffuso dal coordinatore e responsabile progetti speciali
In seguito al sisma dello scorso 20 maggio e alle seguenti scosse, siamo stati costretti a chiudere il nostro Teatro per manifesta inagibilità. I danni provocati dal terremoto hanno investito sia la zona degli uffici e del Ridotto che la zona delle Sale prove risparmiando in parte la Sala e il palcoscenico, che risulta parzialmente lesionato.
Al momento la nostra attività è completamente azzerata e abbiamo spostato gli uffici nella zona dei camerini affinché sia possibile quanto meno l’operatività ordinaria. D’altronde dividiamo gli uffici/camerini con gli addetti di Ferrara Musica e di Ferrara Arte, sfollati anch’essi dai loro rispettivi uffici per inagibilità degli spazi. Secondo un’analisi non ancora esaustiva, circa il 40% del patrimonio architettonico-monumentale della città di Ferrara è stato lesionato.
Il nostro Teatro, Teatro storico e di Tradizione, rischia seriamente di non poter essere riaperto se non verranno iniziati i necessari e onerosissimi lavori di consolidamento e di messa in sicurezza.
Non solo sono in grave pericolo le prossime stagioni di Prosa, Danza (organizziamo in autunno il Festival di Danza Contemporanea, appuntamento internazionale fondamentale per il settore della Danza), Lirica, Concertistica (Ferrara Musica) e di Teatro Ragazzi, ma si rischia di perdere per un lungo periodo l’agenzia culturale fondamentale della città di Ferrara.
In questo momento la solidarietà che stiamo ricevendo è meravigliosa, ma si accompagna con le presunte priorità che si vorranno dare alla fase di ricostruzione. Se è giusto e necessario far ripartire in tempi brevissimi la macchina produttiva generatrice di lavoro (la zona colpita produce tra l’1% e il 2% del P.I.L. nazionale) mettendo in sicurezza gli stabilimenti e le fabbriche, riteniamo sia altrettanto doveroso e fondamentale far riaprire i nostri teatri così come le nostre biblioteche, vero e proprio collante culturale e sociale. La densità degli spazi teatrali nella zona colpita dal sisma è dimostrazione della grande civiltà teatrale (e lirica) propria dei nostri territori. Alla civiltà teatrale e all’amore per la cultura si accompagna il senso civico dei cittadini.
La perdita o anche la temporanea chiusura dei nostri teatri significherebbe la perdita dell’identità oltre che la desertificazione culturale e sociale. Vi chiedo di non lasciarci soli, di aiutarci a riaprire i nostri teatri al più presto, attraverso sottoscrizioni, donazioni, gemellaggi… vi chiedo di aiutarci a fare in modo che l’Emilia non diventi un deserto.
Grazie di cuore.
Fabio Mangolini
Coordinatore e Responsabile Progetti Speciali – Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
I codici di riferimento per i contributi destinati alla “riapertura del Teatro Comunale di Ferrara”
Cassa di Risparmio di Ferrara – sede di Ferrara
Codice IBAN: IT 29C0615513000000000037562
Codice BIC: CFERIT2F (per donazioni provenienti dall’estero)
Per informazioni: tel. 0532 218303; e-mail: sviluppo.teatro@comune.fe.it
Fabio Mangolini