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Turandot sarà eseguita dal 17 al 20 novembre nel Tokyo Dome, il più grande stadio coperto della capitale giapponese, con la direzione di Zubin Mehta
di Michele Manzotti
Il Maggio musicale fiorentino torna in Giappone. Un paese da dove i complessi fiorentini erano andati via nel marzo 2011 in piena emergenza terremoto e di allarme nucleare con una lunga serie di contestazioni, rabbia e polemiche tra dipendenti e loro familiari e la soprintendenza che voleva onorare gli impegni nel paese asiatico. Ora è stata annunciata la nuova presenza in grande stile con Turandot, l’ultima opera di Giacomo Puccini, dal 17 al 20 novembre. Un’edizione diretta da Zubin Mehta che al ritorno dal Giappone sarà data a Firenze e che sarà eseguita nel Tokyo Dome, il più grande stadio coperto della capitale giapponese con una capienza di 55mila spettatori. La produzione è curata dalla Seoul Opera Classics mentre la regia dello spettacolo è di Zhang Yimou.
L’annuncio di questa trasferta è arrivato nella giornata del concerto gratuito del Maggio in piazza Duomo, un appuntamento tradizionale per la conclusione del festival che fino a pochi giorni fa era in forse. È stata la mediazione di Mehta a riportare al tavolo della trattativa il sindaco Matteo Renzi, che presiede il Maggio, con a fianco la soprintendente Francesca Colombo, e i sindacati Fials e la Uil (che rappresentano orchestra, coro e corpo di ballo). Queste sigle avevano contestato la firma avvenuta in precedenza della cassa integrazione da parte di Cgil e Cisl e degli altri tagli per sanare il bilancio. Poco prima del concerto in piazza è arrivata la tregua e il clima al momento appare più positivo rispetto al recente passato.

«Il nostro è un concerto positivo — ha aggiunto Mehta — è da tanti anni una tradizione che offriamo alla città, un’occasione di festa e di relazione, una cosa che facciamo con tutto il cuore». E tornando alla presentazione di Turandot ha sottolineato: «Nel 1997 ho fatto venire Zhang Yimou a Firenze per l’allestimento di Turandot. In quel periodo il regista era considerato poco gradito in Cina, a causa di alcuni film non in linea con il potere. E’ stata proprio Turandot a lanciarlo definitivamente e a permettergli di lavorare secondo il suo talento. I cantanti saranno in Giappone due settimane prima per le prove di regia, mentre noi arriveremo più tardi». I complessi artistici (orchestra e coro) del Maggio saranno integrati dal personale dal New National Theatre di Tokyo, dal Fujiwara Opera Troupe, dal coro di voci bianche della Sendaicity Kongosawa school e della Nishitaga junior high school, e dai ballerini del City of Jilin Song and Dance Troupe. «Non ho mai diretto nel Tokyo Dome, — ha aggiunto Mehta — l’ho fatto però in un altro stadio giapponese dove tra l’altro spesso fanno gare di sumo. Forse potrebbe essere possibile proporre uno spettacolo del genere anche in Italia, se ovviamente ci fosse la necessaria copertura economica».
Accanto a Mehta, durante la presentazione, c’erano il presidente di Seoul Opera Classics Jeong Cheol, il soprintendente Colombo, e Sergio Givone, assessore alla cultura del comune di Firenze. Nella prima conferenza stampa insieme al Maggio in questa veste, Givone ha sottolineato come Firenze e il suo festival siano un binomio inscindibile così come lo sono città e Uffizi.
Per quanto riguarda il cast, Jennifer Wilson ed Elena Pankratova daranno vita a Turandot, Jorge de Leon e Rubens Pellizzari a Calaf, Fiorenza Cedolins e Kristin Lewis a Liu e Roberto Scandiuzzi e Marco Spotti a Timur. La trasferta giapponese farà slittare le recite fiorentine: la prima non sarà più il 24 novembre ma il 27. Questo comporterà dei cambiamenti per coloro che hanno già acquistato biglietti per le prime recite. Già da martedì 10 la biglietteria potrà effettuare cambi e rimborsi (informazioni www.maggiofiorentino.com).
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