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Compie oggi 70anni il direttore d’orchestra inglese, uno dei massimi esperti dell’interpretazione della musica di J.S. Bach. Da una intervista rilasciata al Corriere Musicale:
Oggi le barriere tra le interpretazioni storicamente informate e su strumenti moderni sono quasi cadute. Quando Lei dirige un’orchestra moderna, come la Mahler, chiede ai musicisti comunque di ricercare una sonorità d’epoca?
«È abbastanza complicato rispondere, perché quando Lei mi chiede se si tratta di fare una replica di un’orchestra di strumenti dell’epoca con un’orchestra di strumenti moderni, le rispondo che non è assolutamente il mio obiettivo. Il mio obiettivo è portare la mia esperienza personale nell’aver lavorato con musicisti informati storicamente sugli strumenti musicali dell’epoca in ogni lavoro che ho fatto, con moderne orchestre sinfoniche o moderne orchestre da camera: questo è il punto e l’idea. Ma allo stesso modo, se non è esercizio archeologico o filologico, lo è dal punto di vista della praticità: mi piace usare le qualità individuali e le caratteristiche sonore di una moderna orchestra da camera fino ai migliori vantaggi. È una questione di bilanciamento tra quello che loro portano e quello che io porto».
Leggi e ascolta l’intervista integrale di Luca Ciammarughi