Maria-Cristina Riffero ingegnere, laureata al Politecnico di Torino, dal 2003 come ricercatrice si occupa di scenotecnica teatrale.
Come borsista della Fondazione Burzio della Stampa ha svolto uno studio, confluito in una pubblicazione on-line e in una serie di conferenze, sul tema L’evoluzione scenotecnica del Teatro Regio di Torino dalle origini ad oggi.
Ha studiato le implicazioni tecnologiche presenti nel Ballo Excelsior di Romualdo Marenco e come il mondo scientifico torinese e la figura di Galileo Ferraris abbia influenzato la musica di Alfredo Casella, di quest’ultimo autore ha approfondito nascita e modalità di allestimento scenico dell’opera La donna serpente.
Dopo uno studio su Giuseppe Giacosa, librettista e restauratore di castelli medioevali tra Piemonte e Valle d’Aosta, e su Davide Calandra, scultore scenografo, attualmente si occupa della ricostruzione scenotecnica del Nerone di Arrigo Boito e del Nerone di Pietro Mascagni, analizzando gli allestimenti di questi due spettacoli nei teatri italiani e studiando le fonti originali relative alla nascita del Nerone di Boito attraverso i documenti dell’Archivio del Conservatorio Arrigo Boito di Parma, su tale argomento ha già tenuto tre conferenze, con relative piccole pubblicazioni, ed un intervento sul Nerone di Boito ai Colloqui del Saggiatore Musicale di Bologna nel Novembre 2014, il cui abstract è stato pubblicato on-line sul sito del Saggiatore.
Ed è nell’approfondire il tema Nerone che è iniziato lo studio della causa giuridica relativa al diritto d’autore per le scene del Nerone di Pietro Mascagni, ora in corso d’opera sui documenti di archivio dei Tribunali di Napoli e di Milano e della Corte di Cassazione di Roma.
Ultimamente si sta occupando degli allestimenti scenici delle opere di Ferruccio Busoni e nel Maggio 2015 ha presentato uno studio relativo alla Turandot del musicista empolese.
Ha sviluppato ulteriori studi e ricerche, tradottesi in conferenze, su Alfredo Casella con particolare riferimento ai personaggi di Arlecchino ed Orfeo confrontati con le analoghe figure nelle composizioni di Ferruccio Busoni e di Gianfrancesco Malipiero e in occasione del Festival Alfredo Casella ha trattato il tema della sua opera più rara, Il deserto tentato confrontandolo con Désert del coetaneo Edgar Varese.
Per i centocinquant’anni dalla nascita di Ferruccio Busoni ha partecipato nel Marzo 2016 al convegno tenutosi ad Empoli, città natale del musicista, trattando il tema di Arlecchino in un saggio dal titolo Le metamorfosi di Arlecchino. Esempi attraverso le creazioni di alcuni musicisti italiani nel primo Novecento, ora in corso di pubblicazione negli atti del convegno.
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© 2021 Il Corriere Musicale - Informazione e riflessione sulla musica classica Il Corriere Musicale.
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