Sembra strano che sia necessaria una pur importante ricorrenza per potere riascoltare la Nona sinfonia di Beethoven, opera che non ha certo bisogno di presentazioni ma che non è presente con la frequenza che forse si vorrebbe nelle nostre sale da concerto.
Euroradio per l’occasione ha trasmesso la sinfonia in quattro parti affidate a diversi ensemble e alla Filarmonica della Scala con Chailly è stato affidato lo Scherzo. Contemporaneamente si trasmetteva l’integrale della Nona dalla Scala e da Vienna dove a dirigere quest’ultima era Riccardo Muti con i Wiener Philarmoniker. E qui, a noi che abbiamo assistito all’esecuzione scaligera è apparso subito evidente la differente concezione che i due direttori italiani hanno dei metronomi beethoveniani, che sappiamo indicare delle scansioni estremamente veloci non sempre accolte senza discussioni. Tra la nona diretta da Chailly e quella diretta da Muti c’erano quasi dieci minuti di differenza e a chi scrive la lettura scaligera è apparsa soprattutto nel terzo movimento un poco troppo veloce, tanto che l’Adagio molto e cantabile veniva approcciato come un Andante molto. Non era una novità perché Chailly ha diretto molte volte la nona sinfonia con questi tempi assai accesi, e ricordiamo qui solamente un’altra esecuzione scaligera di quattro anni fa. Ma era tutta la serata a svolgersi con una sorta di estremo entusiasmo da parte di direttore, orchestra solisti e coro (diretto egregiamente da Alberto Malazzi) e anche da parte del pubblico, che gremiva la sala e partecipava al vero e proprio giubilo. Non c’è stato un istante di cedimento in una esecuzione a dir poco serrata e la parte vocale si è adattata ai tempi stretti con bravura e voce complessivamente eccellente, dal soprano Olga Bezsmertna al mezzo Wiebke Lehmkuhl al tenore Benjamin Bruns e infine al basso Markus Werba (quest’ultimo più noto agli scaligeri).
Il bicentenario della “prima nona” ha recuperato ovviamente tutti i valori che sono legati a questa composizione, anche dal punto di vista extra-musicale, e il pubblico in questa occasione particolare ha rivissuto tali valori in base alla musica di qualità eccezionale e soprattutto alla costruzione sempre imprevedibile che il genio beethoveniano propone ai suoi contemporanei e a tutte le generazioni a venire.