La donna del lago. Soggetto

a cura di Alberto Bentoglio (dal libretto del Teatro alla Scala)

Atto primo

 

Sulle sponde del lago Kattrine in Scozia, nella prima metà del XVI secolo.

Allo spuntare del giorno, un gruppo di pastori si appresta serenamente al lavoro dei campi mentre alcuni cacciatori si inoltrano nella foresta all’inseguimento delle prede (Coro: Del dì la messaggera). Elena – la donna del lago – dopo avere guardato come ogni giorno lo specchio lacustre, ricorda teneramente l’amato Malcom Groeme, che, pur lontano, è sempre al centro dei suoi pensieri (Cavatina di Elena: Oh mattutini albori!). Giunta alla riva, la giovane si imbatte in Giacomo V, re di Scozia, il quale – attratto dalla sua leggendaria bellezza – sotto le spoglie di Uberto di Snowdon, la attende per incontrarla. Elena, credendo che lo sconosciuto abbia smarrito i compagni durante una battuta di caccia, gli offre generosamente ospitalità nella sua dimora. Uberto, rapito dalla bellezza della giovane, accoglie con gioia la proposta e si allontana con Elena (Duettino: Scendi nel piccol legno) mentre i cacciatori al suo seguito cercano invano di raggiungerlo (Coro: Uberto! Ah! Dove t’ascondi?).

 

Nella modesta dimora di Elena.

I fidi amici Albina e Serano attendono il prossimo arrivo di Rodrigo di Dhu, capo del Clan Alpino – una fazione che si oppone alle armi di Giacomo V dirette a conquistare quelle terre non ancora soggette al sovrano dominio – e promesso sposo alla giovane dal padre Duglas. Introdotto nella dimora, Uberto riconosce le insegne guerresche dei propri avi, poi apprende da Elena che ella è figlia di Duglas d’Angus un tempo precettore del re, ma ora suo avversario e seguace del Clan Alpino Giungono nel frattempo le compagne di Elena che le ricordano l’amore di Rodrigo – suo futuro sposo (Coro: D’Inibaca, donzella) – destando la gelosia di Uberto. Dalle risposte della giovane egli comprende, tuttavia, che il cuore di Elena non è destinato a Rodrigo (Duetto: Le mie barbare vicende). Indotto a sperare da tale circostanza e dai modi gentili della giovane, Uberto si congeda dalla donna del lago (Duetto: Cielo! in qual estasi). Quando, ormai, tutti hanno abbandonato la dimora, sopraggiunge Malcom. Il giovane – partito dalla reggia per seguire le orme di Elena e unirsi al Clan Alpino – ricorda con trasporto i felici momenti trascorsi con l’amata (Cavatina di Malcom: Elena! oh tu, che chiamo!). Preceduta da Serano, Elena ritorna in compagnia del padre Duglas. Questi annuncia alla figlia il prossimo arrivo di Rodrigo e le imminenti nozze, ingiungendole – nonostante ella tenti di opporsi ai suoi progetti – di obbedire prontamente (Aria di Duglas: Taci, lo voglio, e basti). Partito Duglas, Malcom – che, non visto, ha assistito alla precedente scena – incontra Elena: i due giovani si giurano amore eterno (Duettino: Vivere io non potrò).

 

In una vasta pianura.

I guerrieri del Clan Alpino accolgono con inni festosi l’arrivo del valoroso Rodrigo (Coro: Qual rapido torrente). Questi, rivolto loro un caloroso saluto, cerca ansiosamente la futura sposa (Cavatina di Rodrigo: Eccomi a voi, miei prodi). Elena, accompagnata da un seguito di donzelle e preceduta dal padre, è accolta da lieti canti (Coro: Vieni, o stella) che contrastano con il suo angoscioso stato d’animo. Il turbamento della giovane è, inoltre, acuito da un lato dalle parole del padre che le ricorda i doveri filiali, dall’altro dalle dichiarazioni di Rodrigo che le professa pubblicamente il suo amore (Finale: Quanto a quest’alma amante). Alla testa dei suoi guerrieri, giunge Malcom: egli è ricevuto con favore da Rodrigo che gli presenta Elena come la propria futura consorte. Nonostante la giovane cerchi prudentemente di celare il loro segreto rapporto, sia Rodrigo che Duglas comprendono il vero sentimento che lega i due giovani. La scena è interrotta dall’arrivo di Serano che annuncia l’imminente attacco nemico. Rodrigo invita, allora, i guerrieri a giurare sulle proprie armi di vincere o morire, mentre una meteora – presagio di vittoria – attraversa il cielo e accompagna la partenza dell’esercito (Stretta: Su… amici! Guerrieri!).

 

Atto secondo

 

In una fitta boscaglia.

Uberto è tornato in cerca di Elena, della quale è ormai perdutamente innamorato e che vorrebbe salvare dagli imminenti eventi bellici (Cavatina di Uberto: Oh fiamma soave). La giovane nel frattempo invita l’amico Serano a rintracciare il padre che avrebbe dovuto raggiungerla prima della battaglia campale. Rimasta sola, Elena è raggiunta da Uberto che le professa il proprio amore. Ella dapprima lo invita alla calma, poi oppone un netto rifiuto alle di lui profferte: il suo cuore infatti arde d’amore per un altro uomo. Uberto, tuttavia, prima di partire, le consegna un anello avuto in dono dal re di Scozia: tale pegno le sarà utile in caso di pericolo, e quando vorrà mostrarlo, ogni suo desiderio sarà appagato (Terzetto: Alla ragion deh rieda). Rodrigo, non visto, ha assistito a tutta la scena e – roso dalla gelosia – chiama a raccolta i suoi guerrieri ai quali ordina di uccidere lo sconosciuto traditore. Elena, slanciandosi in difesa di Uberto, riesce a placare l’ira dei soldati. Rodrigo decide, allora, di battersi personalmente con Uberto. I due sfidanti si allontanano, mentre Elena tenta inutilmente di placare gli animi infuriati.

 

In una grotta.

Il prode Malcom, nel frattempo, ha abbandonato momentaneamente la sanguinosa battaglia che infuria tra il Clan Alpino e le truppe di Giacomo V, per andare in traccia di Elena. Serano lo informa che la giovane si è diretta alla reggia per seguire il padre colà recatosi al fine di implorare dal re la pace generale. Alla notizia della morte di Rodrigo e della ormai certa vittoria delle truppe reali, Malcom parte: salverà l’amata o affronterà la morte sul campo di battaglia (Aria di Malcom: Ah! si pera: ormai la morte).

 

In una stanza della reggia di Giacomo V a Stirling.

Duglas, presentatosi al re, implora – in virtù del rapporto che li legò un tempo – grazia per la figlia e per il suo popolo. Ma Giacomo V, ostentando un severo rigore, congeda l’anziano precettore. Elena, giunta da poco nella reggia e ammessa nelle stanze regie grazie all’anello donatole da Uberto, riconosce i luoghi dove trascorse la sua prima giovinezza e si promette di intercedere per salvare la vita del padre, di Malcom, e di Rodrigo, da lei creduto ancora vivo. Dalle stanze attigue ella ode con sorpresa la voce di Uberto che in una dolce canzone celebra il suo amore per lei (Canzoncina: Aurora! ah sorgerai). Elena, fiduciosa, gli corre incontro: sarà proprio Uberto a guidarla al cospetto del re.

 

Nella stanza del trono.

Le dame e i cavalieri sono riuniti intorno al sovrano (Coro: Imponga il Re). Elena cerca invano di avvicinarsi al re ma ben presto il mistero si scopre: Giacomo V altri non è che Uberto di Snowdon. Egli concede il perdono al vecchio precettore Duglas, restituendogli l’antica dignità, e al prode Malcom. Elena, al colmo della gioia, abbraccia il padre e l’amante (Rondò: Tanti affetti in tal momento), mentre i presenti acclamano la pace ritrovata.

 

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