di Chiara Lijoi e Simeone Pozzini
LA BELLEZZA COME RISPOSTA AL TERRORE. Forse questo ha spinto ieri un giovane pianista a portare la musica in Rue Lenoire, accanto al Bataclan, il teatro parigino nel quale un efferato crimine ha visto l’uccisione di 89 persone in un disegno terroristico tragicamente più ampio, il bilancio complessivo ad oggi è di 132 morti. L’arte come risposta alla barbarie della violenza, come preghiera e affermazione di un mondo valoriale e culturale. In seguito agli attentati di Parigi, anche le istituzioni di musica classica in questi giorni stanno esprimendo sui canali Tweet e Facebook ufficiali la loro vicinanza ai parenti delle vittime. Il terrore ha attaccato la vita nei suoi momenti più disarmati di socialità, colpendo anche la musica e la cultura in una delle sue sale parigine. E proprio dalla musica molte istituzioni hanno scelto di ripartire, nonostante la difficile situazione dovuta alla proclamazione dello stato di emergenza, che ha costretto anche il mondo musicale e teatrale a fermarsi.
All’Opéra de Paris, dove avevamo recentemente seguito il Moses und Aron di Schönberg, il 2 novembre aveva debuttato L’elisir d’amore di Donizetti, ad oggi sospeso come per tutte le programmazioni parigine. I direttori delle maggiori istituzioni della capitale francese, tra i quali Stéphane Lissner, hanno già espresso la volontà di riaprire il più presto possibile i loro teatri, simbolo di quei valori culturali che bisogna in ogni modo continuare ad affermare.
Tra le iniziative musicali che stanno sbocciando, quest’oggi Radio France ha organizzato a Notre-Dame Pray for Paris, una serata all’insegna della musica sacra nel segno della pace e della riconciliazione. Al Metropolitan di New York, dove sabato sera era in programma Tosca, Placido Domingo ha diretto l’esecuzione dell’inno nazionale francese. E così via per tante istituzioni internazionali che stanno esprimendo solidarietà ai parenti delle vittime e rispetto alle quali segnaliamo alcune delle loro comunicazioni.