di Redazione

0825646134601Giunto nel 2014 alla sua tredicesima edizione, il Progetto Martha Argherich  propone da anni l’alternanza di grandi figure del concertismo internazionale, “amici” della fuoriclasse pianista argentina, evidentemente intesi nella vicinanza d’intenti musicali, a giovani interpreti, pianisti o meno. Di certo il versante pianistico rimane quello che suscita maggior curiosità e tuttavia l’ascolto dell’edizione 2014 del festival, documentata anche quest’anno da un triplo cd della Warner, offre una proposta cameristica articolata e che si spinge in una precisa direzione: quella di proporre, in un festival di tradizione, compositori perlopiù noti, esplorandone però le pagine meno eseguite o trascrizioni di interesse.

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La raccolta si apre con il Concerto in re minore K 466 di Mozart, eseguito dalla Argerich con l’Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Jack Kaspszyk. Pianismo cristallino, solido, scolpito che testimonia ancora una volta come l’interprete sia in grado di far convivere le sue diverse anime della sua età: quella incostante, romantica, leonina a quello spirito neoclassico di grande controllo formale. L’ascolto raro delle Variazioni in mi bemolle maggiore WoO 46 su «Bei Männern, welche Liebe fühlen» tratte dal Flauto Magico, testimonia l’intesa e il lunghissimo sodalizio artistico con il violoncellista Mischa Maisky; ne danno una lettura divertita, brillantissima. Della Création du monde di Poulenc, musica per balletto, pagina meravigliosa e piena di sorprese, ascoltiamo la versione per quintetto con pianoforte (Eduardo Hubert, pianoforte; Dora Schwarzberg e Michael Guttman, violini, Nora Romano, viola; Mark Drobinsky, violoncello). Una formazione che sa gestire gestire molto bene la scrittura poliedrica di questa pagina, nella quale una Fugue jazz e la Romance rappresentano sicuri momenti di divertimento e di seduzione ma anche di riflessione su come gli interpreti approcciano un mood improvvisativo che è scritto nota per nota.

Il secondo cd contiene una interessante trascrizione di Ferruccio Busoni della Prima sinfonia di Mendelssohn. L’organico è composto da due pianoforti ad otto mani: Akane Sakai, Lilya Silberstein, Anton e Daniel Gezerberg. Anche qui fuoco puro, molto granito, complicità. I pianisti sanno infatti bene come sia facilissimo trasformare un otto mani in un carillon scordinato, anche per pochi millisecondi di sfasamento, in assenza di un insieme che deve necessariamente essere perfetto. A seguire il Quintetto con pianoforte in do minore di Borodin (Alexander Mogilevsky, pianoforte; Andrey Baranov e Géza Hosszu-Legocky violini; Nora Romano, viola; Jing Zhao cello). Pagina di grande poesia, intrisa nello scherzo di sapori popolari russi, con un Allegro moderato finale, una sorta di anti-finale beethoveniano, di grande ricchezza melodica. L’esecuzione sembra assecondare questi aspetti. Il dato più interessante di questo secondo cd è a nostro parere la presenza della Sonata per violoncello di Frank Bridge (1879 – 1941), compositore e violinista britannico, dal sapore tutto tardo romantico e già pre-espressionista. Il violoncellista Gautier Capuçon e la pianista Gabriela Montero ci conducono nell’ascolto di una pagina molto nota tra i violoncellisti (basti pensare che era nel repertorio di Rostropovich) ma davvero pochissimo eseguita dal vivo.

Terzo ed ultimo compact disc di questa antologìa dedica ampio spazio a Poulenc con la Sonata per pianoforte a quattro mani (“ritorna” Argerich con la giovane Dagmar Clottu) e la Sonata per violoncello: Gautier Capuçon è accompagnato da Francesco Piemontesi e le loro sonorità nella Cavatina sono magiche, organistiche. Daniel Rivera e Alexander Mogilevsky eseguono una rara pagina di Skrjabin per due pianoforti, la Fantasia in la minore op. postuma. Si tratta di una composizione breve, poco più di una ‘suggestione’, nella quale l’elemento di interesse è l’uso della scrittura skrjabiniana nella distribuzione espressiva delle due tastiere, resa con molta concretezza da Rivera e Mogilevsky. A chiudere la raccolta la Sonata per violino e pianoforte di Mieczysław Weinberg che il duo Argerich-Kremer ha in repertorio da tempo. Tenuto conto del fatto che tutte le registrazione sono live, il peso complessivo di questa raccolta è notevole.

Il Corriere Musicale ringrazia Warner Classic per la concessione dell’ascolto
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Pubblicato il 2015-11-07 Scritto da

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