di Attilio Piovano


Un cd fascinoso, quello realizzato recentissimamente dal duo Gazzana (Natascia e Raffaella, violino e pianoforte): per il contenuto, certo, quasi tutto sul versante francese a cavallo tra fine Ottocento e primo Novecento, così pure per la qualità dell’interpretazione. Che le emozioni non mancheranno all’ascolto lo si comprende fin dalle misure iniziali della raveliana Sonata cosiddetta ‘postuma’, in realtà pagina giovanile in un unico tempo, ancora debitrice a maniere franckiane e, soprattutto, alle rarefazioni di Gabriel Fauré che di Ravel fu maestro.

Un’interpretazione per così dire neoclassica,  intimista, attenta alle ibridazioni timbriche e così pure a porre in luce le deliziose estenuazioni armoniche di cui la Sonata è costellata, per lo più lontana da inopportune incandescenze, salvo dove occorre (nella zona mediana, vero clou espressivo e dinamico), volta a mettere in luce lo spleen di fondo sotteso a questo capolavoro formato mignon, già aperto sulla futura evoluzione dell’autore del Boléro. E pazienza per qualche piccola sbavatura di intonazione qua e là, che volentieri si fa perdonare a fronte di un’eleganza e di un nitore timbrico che ammaliano al primo ascolto.

 

Poi ecco la celeberrima Sonata di César Franck dal tematismo ciclico, con il suo insinuante cromatismo che si spande come un profumo talora fin troppo inebriante. Se dell’armonioso movimento d’esordio le due interpreti colgono bene l’esprit, quasi una lezione di stile intesa a mostrare le liaisons stilistiche con la pagina raveliana, di fatto posteriore di pochi anni soltanto, ecco che entrambe affrontano poi a briglie sciolte il vasto e impervio Allegro, ponendone in evidenza l’appassionata Stimmung. Il culmine, dopo le morbide spire e le accensioni del Recitativo-fantasia striato di mestizia è nel conclusivo e luminoso Allegretto dal suadente tema del quale il duo Gazzana restituisce la fragranza e le trascoloranti atmosfere: rivelando un’ottima intesa e apprezzabile equilibrio ‘fonico’, insomma una calibrata interpretazione, misurata e al tempo stesso coinvolgente. 

Seconda parte del cd dedicata al Novecento del geniale Ligeti – del quale le due valide interpreti affrontano con giusto piglio e amabile verve il conciso e giovanilissimo Duo (1946), qui registrato in prima mondiale, frutto di un artista poco più che ventenne e ancor tutto intessuto di echi folklorici ‘à la manière de Bartók’– chiudendo da ultimo il cerchio nel segno del sommo Messiaen, classe 1908, francese fino al midollo. E lo si comprende bene dall’elegante e incisiva interpretazione del duo Gazzana che tende – ragionevolmente – a porne in luce l’indicibile raffinatezza timbrica, al pari della saldezza formale. Un compact che si lascia dunque ascoltare con vivo piacere e regala innegabili suggestioni. Non solo: nel riunire pagine pur dissimili per epoca, stile e linguaggio, pare sottendere una tesi di fondo: come a dire una linea retta tracciata dal tardo Romanticismo di ‘père’ Franck alla modernità seducente del visionario, profetico e credente Olivier. E la lunga teoria di accordi finali nella pagina qui incisa (anch’essa appartenente ad una primissima stagione creativa, dacché risale al 1932) pare un’assertiva dichiarazione di fede e amore per il creato, espressa in suoni, da un uomo all’epoca ventiquattrenne che non ebbe mai paura di andare contro corrente e contro le mode effimere.

Pubblicato il 2018-05-19 Scritto da AttilioPiovano

Attilio Piovano

Attilio Piovano

Musicologo e scrittore, ha pubblicato (tra gli altri) Invito all’ascolto di Ravel (Mursia 1995, ristampa RCS 2018), i racconti musicali La stella amica (Daniela Piazza 2002), Il segreto di Stravinskij (Riccadonna 2006) e L’uomo del metrò (e-book interattivo per i tipi de ilcorrieremusicale.it 2016, prefazione di Gianandrea Noseda). Inoltre i romanzi L’Aprilia blu (Daniela Piazza 2003) e Sapeva di erica, di torba e di salmastro (rueBallu 2009, prefazione di Uto Ughi). Coautore di una monografia su Felice Quaranta (con Ennio e Patrizia Bassi, Centro Studi Piemontesi 1994), del volume Venti anni di Festival Organistico Internazionale (con Massimo Nosetti, 2003), curatore e coautore del volume La terza mano del pianista (Testo & Immagine 1997). Laurea in Lettere, studi in Composizione, diploma in Pianoforte, in Musica corale e Direzione di Coro, è autore di contributi, specie sulla musica di primo ‘900, apparsi in volumi miscellanei, atti di convegni e su rivista. Saggista e conferenziere, vanta collaborazioni con La Scala, Opéra Royal Liège, RAI, La Fenice, Opera di Roma, Lirico di Cagliari, Coccia di Novara, Carlo Felice di Genova, Stresa Festival, Orchestra Camerata Ducale ecc.; a Torino col Festival MiTo (già Settembre Musica, ininterrottamente dal 1984), Unione Musicale, Teatro Regio, Politecnico e con varie altre istituzioni. Già corrispondente del «Corriere del Teatro», ha esercitato la critica su più testate; dalla fondazione scrive per «ilcorrieremusicale.it»; ha scritto inoltre per «Torinosette», magazine de «La Stampa», ha collaborato con «Amadeus» e scrive (dal 1989) per «La Voce del Popolo» (dal 2016 divenuta «La Voce e il Tempo»); dal 2018 recensisce per «Il Corriere della Sera» (edizione di Torino). Membro di giuria in concorsi letterari nonché di musica da camera e solistici. Docente di Storia ed Estetica della Musica (dal 1986, presso vari Conservatori), dal 1991 a tutt’oggi è titolare di cattedra presso il Conservatorio “G. Cantelli” di Novara dove è inoltre incaricato dell’insegnamento di Storia della Musica sacra moderna e contemporanea nell’ambito del Corso biennale di Diploma Accademico in Discipline Musicali (Musica sacra) attivato dall’a.a. 2008/2009 in collaborazione col Pontificio Ateneo di Musica Sacra in Roma. Dal 1° gennaio 2018, cura inoltre l’Ufficio Stampa del Conservatorio “G. Cantelli”. Dal 2012 tiene corsi monografici sulla Storia del Melodramma (workshop su «Architettura, Scenografia e Musica» presso il Dipartimento di Architettura & Design del Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale, in collaborazione con Fondazione Teatro Regio). È stato Direttore Artistico dell’Orchestra Filarmonica di Torino. Dal 1976 a Torino è organista presso la Cappella Esterna dell’Istituto Internazionale ‘Don Bosco’, Pontificia Università Salesiana (UPS), dal 2017 anche presso la barocca chiesa di San Carlo, nella piazza omonima, e più di recente in Santa Teresa. Nell’autunno del 2018 in veste di organista ha partecipato ad una produzione del Requiem op. 48 di Fauré. È citato nel Dizionario di Musica Classica a cura di Piero Mioli, BUR, Milano © 2006, che gli dedica una ‘voce’ specifica (vol. II, p. 1414).

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