di Lorenzo Galesso


IL XX secolo non ha solamente permesso alla chitarra di ascendere all’empireo strumentale classico, ma ha altresì dato alla luce nuove poetiche musicali. Il cofanetto Novecento Guitar Sonatas di Cristiano Porqueddu ha il difficile compito di dipanare, almeno in parte, la nebbia che avvolge i luoghi, spesso inaccessibili, della musica contemporanea. Considerata l’ampiezza del corpus di opere che si affrontano in questo articolo, chi scrive ha ritenuto opportuno suddividere l’articolo in cinque parti, una per ogni CD

CD 1. GILBERT BIBERIAN: Sonata I, II, III e IV

Gilbert Biberian è un chitarrista e compositore britannico d’origini greco – armene. Studente della grande Ida Presti, dal punto di vista compositivo vanta un vasto corpus di opere piuttosto importanti e innovative, fra cui tre opere pantomimiche con chitarra (Pierrot, La Toccata di Arlecchino e Colombina). La tavolozza di mezzi espressivi impiegata dal compositore in queste quattro sonate è molto ampia: si passa da una scrittura strettamente polifonica, a volte anche piuttosto intricata, al gran virtuosismo, gioia per l’interprete di razza. A emblema di questa tendenza si consideri il primo movimento della sonata II: dopo un moto pressoché perpetuo, strutturato tramite l’incessante ripetersi di scale e arpeggi di elevato tasso tecnico, il compositore introduce una lenta melodia dal commovente lirismo. Porqueddu, grande interprete e professionista, riesce a rendere benissimo il carattere di queste due sezioni contrastanti, donando perfetto equilibrio e pieno senso a entrambe. Non altrettanto riuscito sembra il movimento successivo, poiché strutturato in ampie sezioni con note di grande durata, le quali non possono essere sempre eseguite con efficacia sulla chitarra.

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CD 2. FRANCO CAVALLONE: Sonata I, II, II I e IV

Le quattro sonate presenti nel secondo CD sono di tutt’altro stampo. Franco Cavallone, ottimo chitarrista e compositore italiano, si muove, almeno nelle prime tre sonate, in un orizzonte armonico palesemente tonale. Fra le quattro, la sonata I sembra avere una marcia in più:i riferimenti raveliani e ponceiani impreziosiscono una composizione che avrebbe sicuramente fatto entusiasmare Segovia, sia per l’ atmosfera di hispanidad più o meno velata, sia per il cantabile spesso affidato alle corde interne. Porqueddu esegue un mirabile II movimento, ricreando un’atmosfera sonora vagamente sudamericana, in cui si può scorgere il sole splendente del mattino ma anche la pigrizia della siesta (idea probabilmente data dalla staticità delle note di lunga durata al basso). I momenti di maggior lustro per l’esecutore si concentrano soprattutto nell’ultimo movimento della sonata III, dove alla ripresa del tema si aggiungono vertiginosi e repentini glissando. Anche in questo caso Porqueddu dà prova di estrema bravura, regalandoci una brillante esecuzione del suddetto passaggio.

CD 3. MIGOT, BAEV, MANÉN, UHL

A differenza dei precedenti, in cui Porqueddu ha l’onore – e onere – di presentare delle premiere mondiali, il terzo CD del cofanetto presenta tre composizioni già precedentemente registrate (eccezion fatta per la sonata di Baev). Sconosciuta ai più, la Sonate pour guitare di Migot viene definita da Porqueddu «una delle più importanti sonate della prima metà del XX° secolo». Strutturata in quattro movimenti, presenta una stupefacente varietà di sfaccettature: si passa da un primo movimento meditabondo, a un quarto movimento estremamente articolato e virtuosistico. Musica che, indubbiamente, meriterebbe maggior considerazione. La Sonata I di Baev, invece, trova la sua raison d’etre nella forma del Rondò: la continua reiterazione del primo materiale tematico ha la funzione di mantenere viva la tensione armonica. Il brano successivo è un chiaro esempio di bellezza musicale: la Fantasia – Sonata di Joan Manén, che da sola vale l’acquisto del cofanetto. Ciò che invece colpisce nella sonata classica di Alfred Uhl è la sua curiosa vicenda filologica: a causa di numerose vicissitudini, fra le quali la Seconda Guerra mondiale e una travagliata stesura, si è passati dall’avere un solo movimento (registrato nel 1930 da Luise Walker) ad averne quattro più un finale alternativo, compreso da Porqueddu in questo cofanetto. La sonata, coi suoi 19 minuti, è chiaro esempio di quei tesori della prima metà del secolo che, per cause belliche, vengono privati all’umanità.

CD 4 e 5. GILARDINO, PORQUEDDU, RÓZSA

Si è ritenuto più consono trattare gli ultimi due CD unitamente, poiché questi tre compositori sono strettamente legati: Porqueddu ha iniziato il suo magistero compositivo sotto l’egida dello stesso Gilardino, con il quale ha conseguito il diploma di Alto Perfezionamento Musicale presso l’Accademia Perosi di Biella; Rózsa, compositore allievo di Bartók, fu contattato dallo stesso Gilardino nel 1972, con la richiesta di scrivere un brano per chitarra; il compositore ungherese si rifiutò di scrivere il brano per via della poca dimestichezza con le sei corde; Il brano fu in seguito scritto grazie all’opera di persuasione compiuta dal chitarrista Gregg Nestor e registrata per la prima volta dallo stesso Porqueddu.

La Sonata for guitar si struttura in tre differenti movimenti: elemento motore del primo movimento è la continua rielaborazione tematica, il cui sviluppo viene egualmente assegnato fra le voci. Il secondo movimento invece s’incentra sulla liricità del basso e l’accompagnamento di ampi accordi volti a sottolineare l’atmosfera meditativa del brano. Potremmo anche considerare questo movimento una sorta di introduzione all’ultimo tempo, un rondò molto mosso che costruito su un costante e graduale aumento di tensione fino al’esplosione del rasgueado finale.

Per quanto riguarda le composizione di Angelo Gilardino, è piuttosto ovvio rilevare l’intenzionalità descrittiva del compositore: in ognuna delle sue sonate si trova un riferimento extra musicale, come per esempio l’emozione provocata dai dipinti di Antonio Fontanesi o Ramón Nadal, oppure l’aura dei grandi maestri italiani del novecento, fra cui ricordiamo Mario Castelnuovo-Tedesco. Queste sonate sono di grande interesse musicale e sicuramente riempono quel vuoto che lo stesso Gilardino si promise di colmare.

E infine l’opera di Cristiano Porqueddu: Sonata I Des couleurs sur la toile. Anche in questo caso la musica ha chiari riferimenti pittorici, poiché descrive le impressioni del pittore sardo Gesuino Curreli. Mirabile è il caleidoscopico panorama di sensazioni che il compositore ed esecutore si prefigge di rappresentare in soli tre movimenti. Ciò che più colpisce all’ascolto è la resa sonora del terzo movimento: una sorta di discesa in interiore homine il cui fine ultimo è la risurrezione dell’eroe, costantemente tormentato nei movimenti precedenti.

L’interpretazione di Porqueddu è ottima: gestire più cinque ore di musica con questa disinvoltura è cosa da pochi, grandi artisti. Con il recupero di questi brani – quasi tutti registrati per la prima volta – Porqueddu presenta al pubblico delle musiche che meriterebbero indubbiamente maggior considerazione. L’unico appunto che gli si potrebbe fare è il seguente: perché non includere, oltre a queste gemme musicali ritrovate, anche dei brani più conosciuti? È abbastanza ovvio che un esecutore come Porqueddu non avrebbe alcun problema a gestire le meravigliose Sonate di Ponce o la Sonata Para Guitarra di Antonio José. Molti dei brani proposti sono indubbiamente interessanti, ma forse non così rappresentativi di un secolo che ha significato molto per la chitarra. In ogni caso ci si augura che Porqueddu continui a tirare fuori molta altra musica dal cilindro, e che magari possa diventare significativa e rappresentante non solo per il XX, ma anche per il XXI secolo.

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Pubblicato il 2015-03-28 Scritto da LorenzoGalesso

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