alla memoria di Roberto Bosio
LEGGENDA
musica e libretto di Alessandro Solbiati
LIBRETTO ED INDICAZIONI SCENICHE
Durante il Prologo (5′), Ivan e Aljòša sono già in scena, su lati opposti del proscenio.
Ivan e Aljòša costituiscono il “primo livello” di presenze sceniche, l’origine del racconto, che però entrerà a far parte integrante del racconto stesso.
Dietro di loro, per tutta la durata del Prologo, può essere proiettato su superficie impalpabile e sfumata (acqua, tulle o altro) un video che alluda con crescente drammaticità, ma senza crudezze, a talune terribili condizioni dell’infanzia, oggi.
Il video può essere sostituito da altre scelte di regia che però permettano di comprendere con progressiva evidenza che il tema del prologo è l’innocenza minacciata e violata, in ogni epoca.
Si tratta del tema dostoevskijano che precede il primo intervento di Ivan.
Si tenga presente che la musica consiste in un progressivo crescendo di tensione: l’iniziale canto di oboe solo viene via via minacciato e distrutto.
SCENA I – “Sette passi”
PASSO I-a
IVAN – … così incontrano la realtà.
Permette il tuo Dio quest’orrore?
Per forza centripeta si vuol vivere,
e io vivo, contro logica.
Amo le foglie nascenti e il cielo azzurro.
Logica non c’entra,
s’ama con le viscere: mi capisci?
PASSO I-b
ALIÒŠA – Sono felice: ami la vita!
Si deve amare la vita sopra tutto.
PASSO II-a
IVAN – Amarla più del senso della vita?
PASSO II-b
ALIÒŠA – Più della logica: allora avrai il senso.
Metà percorso è compiuto, Ivan: ami la vita. Procedi.
PASSO III-a
IVAN – Come amare il prossimo, i più vicini?
Per amarlo deve esserci ignoto:
se mostra il viso, amore cede.
PASSO III-b
ALIÒŠA – …e pur nell’uomo v’è molto amore,
simile a [quello di] Cristo. Io lo so.
PASSO IV-a+b
IVAN – Se il diavolo non esiste, l’Uomo l’ha creato,
a propria immagine.
ALIÒŠA – …come ha fatto con Dio…
PASSO V-a
IVAN – L’uomo ha creato Dio? Dio l’uomo? Non me lo chiedo.
Accetto Dio, semplicemente, ma non il suo mondo.
Credo come un bimbo
che le contraddizioni svaniranno, la rivelazione colmerà i cuori,
placherà le indignazioni, riscatterà ogni misfatto.
E sia! Avvenga! Io non lo accetto!
PASSO V-b
ALIÒŠA (assorto) – Ecco il testamento:
nel dolore cerca la felicità. Lavora senza posa.
PASSO VI-a+b
IVAN – Delle lacrime che imbevon la Terra nulla dirò.
Ma se l’eterna armonia va conquistata soffrendo, perché i bambini?
Quando la madre abbraccerà il carnefice del figlio
e tutti canteranno “Tu hai ragione, Signore”,
sarà l’apoteosi della conoscenza, ma io non l’accetto!
Non abbracci il carnefice! Non gli perdoni!
Perdoni il suo dolore di madre, non quello del figlio!
Ma se nessuno può perdonare, dov’è l’armonia?
Per amor dell’umanità, non voglio l’armonia!
Si esagera il suo valore, l’ingresso è troppo caro!
Accetto Dio, ma Gli rendo il biglietto.
ALIÒŠA – É una rivolta!
PASSO VII-a
IVAN – Si può viver di rivolta? Io voglio vivere!
PASSO VII-b
ALIÒŠA – Chi ha diritto di perdono c’è…
CODA
IVAN – Ho immaginato un poema. Vuoi ascoltarlo?
SCENA II – Sevilla
Si apre il secondo livello, dietro a Ivan e Aljòša che restano sul proscenio: Siviglia, XVI secolo, popolo, folla, meriggio, bagliori di roghi, soldati, monaci.
PARTE I-a
Sono stati via via utilizzati e sovrapposti frammenti di vari brani medioevali e rinascimentali di area iberica, monodici e polifonici, popolari e colti, tutti però eseguiti in orchestra o dagli strumenti in scena:
“Gerinaldo, Gerinaldo” , canzone
“Ah, si no fos…”, canto di lavoro.
Antonio de Cabezon – Tiento
Francisco Guerrero – Canzona “Canite tuba”
Francosco Guerrero – “A un niño llorando”
Antonio de Cabezon – “Diferencias sobre la Galliarda milanesa”
Antonio Mudarra – Fantasia n.10
solo in ultimo, finalmente, un mottetto di Cristobal de Morales è cantato dal coro:
CORO – Peccantem me quotidie et non me poenitentem, timor mortis.
PARTE I-b
Il coro ha anche un testo “dostoevskijano”, quasi un commento su di sé del popolo stesso, uno sdoppiamento tra “coro vivente” e “coro auto-riflessivo”:
CORO – V’è nel popolo un dolore silenzioso, paziente: si chiude in sé e tace.
V’è nel popolo un dolore lacerante: scoppia in lacrime e lamenti.
PARTE I-a’+c
Ritornano i frammenti storici, ma, lentamente, la musica e la luce convergono su una persona della folla che appare “diversa”, in grado di polarizzare l’attenzione su di sé senza fare nulla. Via via il bailamme sonoro si concentra, stringendosi a poco a poco su un unisono che cancella ogni altra sorgente musicale: è il “presunto Cristo”.
PARTE II-a
CORO – Osanna! É Lui! Dev’esser Lui!
Tu sei angelo in Terra! Tu ascolterai, tu giudicherai, tu perdonerai!
Ti ho tanto atteso perché solo da Te posso sapere la Verità!
Emerge la madre della bimba morta.
MADRE – Potessi soltanto gettargli uno sguardo … non mi avvicinerei a Lui…
non direi una parola…
(a Cristo) se sei tu riscuoti mia figlia!
CORO – (come riverberando Cristo, che rimane immobile e silenzioso) Talitha kum!
Il miracolo deve essere solo immaginato, non visto.
Segue un’ampia zona zona solo orchestrale, in corrispondenza di:
a) comparsa della severa figura dell’Inquisitore b) lungo sguardo immobile tra i due
c) la polarizzazione della folla si sposta da Cristo all’Inquisitore, con generale paura di lui.
d) il lento gesto, il dito puntato dell’Inquisitore verso Cristo, come il dito di Dio verso Adamo in Michelangelo: un gesto senza imperio eppure senza scampo, che implica l’arresto.
e) la trasformazione: a poco a poco tutto svanisce e si oscura attorno a Inquisitore e Cristo.
Siviglia diurna diviene il carcere notturno: trait d’union le due figure immobili, l’una di fronte all’altra, l’imperio e la docilità
SCENA III – Responsori con coda
Nel carcere. Si tratta sempre del secondo livello, nello stesso spazio prima occupato da Siviglia, ma tutto è oscuro e vuoto. Un ensemble vocale di sei voci riverbererà l’Inquisitore, in scena ma nascosto, oppure fuori scena.
I RESPONSORIO
INQUISITORE – Sei Tu?
————-
Non rispondere, taci, Sei venuto a disturbarci, lo sai?
————-
Domani ti condannerò, e chi oggi t’esalta soffierà sul rogo, lo sai?
————-
Sì, Tu lo sai!
Ivan e Aljòša restano sul proscenio e sono spettatori partecipi della proiezione mentale d’Ivan
CODA DI I RESPONSORIO
ALIÒŠA – E’ una fantasia? Un delirio?
IVAN – Forse..
ALIÒŠA – (assorto) Perché sono tornato nel mondo?
Là pace e armonia, qui tumulto e smarrimento…
II RESPONSORIO
INQUISITORE – Puoi svelarci i segreti di Là?
————-
No, non puoi: dove finirebbe la libertà di fede che Tu tanto ami?
————-
Non dicevi “Voglio rendervi liberi”?
————-
ENSEMBLE VOCALE – “…conoscerete la verità e la verità vi farà liberi…”
INQUISITORE – Ora li hai visti, questi “uomini liberi”?
ENSEMBLE VOCALE – “…Barabba, libera Barabba! Crocifiggi!
Cada su noi il suo sangue!…”
INQUISITORE – Per secoli la tua “libertà” ci ha tormentato: ora, l’opera è compiuta.
Non lo credi? Non ti indigni?
—————
Oggi, l’uomo crede d’esser libero.
Ma è lui stesso a deporre la libertà ai nostri piedi.
Noi l’abbiamo ottenuto: ma Tu …questo volevi?
CODA DI II RESPONSORIO
ALIÒŠA – Finora, chi rifiuta Cristo non ha proposto
modello d’uomo più alto del Suo.
III RESPONSORIO – ECHI IN RETROGRADO
INQUISITORE – Ora, finalmente, possiamo pensare all’umana felicità.
L’uomo fu creato ribelle: possono ribelli essere felici?
ALIÒŠA – (assorto) …l’uomo è creato per la felicità…
INQUISITORE – Avvertimenti e consigli ne avesti,
ma Tu rifiutasti l’unica via all’umana felicità.
ALIÒŠA – Avvertimenti? Consigli?
Il mio spirito è frantumato e disperso
INQUISITORE – Il grande Spirito del Non Essere ti parlò nel deserto.
V’è qualcosa di più vero delle proposte chiamate…tentazioni ?
IVAN (eco) – …se il diavolo non esiste, l’Uomo l’ha creato, a propria immagine…
ALIÒŠA (eco) – …come ha fatto con Dio…
INQUISITORE – In quelle proposte v’è tutto il percorso dell’umanità.
Decidi Tu chi è nel vero.
SCENA IV – Proposte
PROLOGO (orchestrale)
Si apre il terzo livello di profondità di campo, lo spazio si squarcia alle spalle delle figure nel carcere. Ed è il monte, il deserto, una luce diversa. I tre livelli sono quindi tutti presenti e si alternano, come in uno “stretto scenico”.
I PROPOSTA
SPIRITO DEL NON ESSERE – Tu vai al mondo a mani vuote,
e prometti libertà intollerabile all’uomo.
Vedi quelle pietre?
Mutale in pane e l’umanità ti seguirà come un gregge.
INQUISITORE – Ma tu rifiutasti: “quale libertà
se l’ubbidienza è comprata col pane”?
CORO (fa parte della montagna del terzo livello, è l’eco del Cristo ancora silenzioso
che fronteggia lo Spirito; il coro deve essere quasi invisibile, come se
a cantare fossero le rocce).
“…non di solo pane vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che esce dalla bocca di Dio…”
secondo livello
INQUISITORE – E se pochi ti seguono in nome del pane celeste,
che sarà dei miliardi incapaci?
O forse…ti son cari solo gli eletti?
A noi anche i deboli.
L’uomo vuole colui in cui tutti, tutti insieme credano. Tu lo sapevi.
Potevi impadronirti della libertà dell’uomo: l’hai accresciuta.
Al posto di saldi principi per acquetar le coscienze,
hai scelto l’enigma, troppo forte per l’uomo,
come se Tu, proprio Tu, non lo amassi!
Lo abbandonasti tra ansie ed angosce,
preparando la rovina del Tuo Regno! Tua è la colpa!
primo livello
ALIÒŠA – Ivan, tu non cerchi tranquillità, ma sofferenza.
Sono come te. Credo, ma in che cosa non so.
II PROPOSTA
di colpo, il terzo livello.
SPIRITO DEL NON ESSERE – Se sei Figlio di Dio, gettati.
Sta scritto che gli angeli ti sorreggeranno con le loro mani.
Proverai così chi Tu sei.
CORO – “Non tentare il Signore Dio tuo”.
secondo livello.
INQUISITORE – Ricordi cosa gridavano intorno a Te, sulla Croce?
ENSEMBLE VOCALE – “…se sei Re, scendi dalla croce!
Se sei Dio, salva te stesso!”
INQUISITORE – Non scendesti.
Non volevi un uomo schiavo della potenza.
Chi pensavi fosse, l’uomo? Può forse fare ciò che Tu fai?
Meno stima e meno pretesa:
questo sarebbe stato amore!
——————
Né libero arbitrio né amore,
solo un mistero cui inchinarsi.
Noi abbiamo corretto la Tua opera:
ora è fondata su miracolo, mistero e autorità.
E gli uomini sono lieti d’esser condotti come un gregge,
senza il tuo dono.
Abbiamo agito bene? Parla!
——————-
Perché taci e mi penetri col Tuo sguardo?
——————-
Adirati! Io non voglio il Tuo amore, perché non ti amo!
Tutto ti è noto, lo so. Ma voglio dirti il nostro segreto:
noi non siamo con Te, ma con lui!
III PROPOSTA
di nuovo il terzo livello.
SPIRITO DEL NON ESSERE – Vedi i Regni del mondo? E La loro gloria?
Tutto questo io ti darò se tu mi adorerai,
perché è stato messo nelle mie mani.
CORO – Vattene! Solo il Signore Dio tuo, Lui solo adorerai.
secondo livello. L’alternanza con Aljosa non implica che questi sia “entrato” nel secondo livello, ma solo che vi è un dialogo serrato, fra primo e secondo.
INQUISITORE – Con il potere, avresti creato il regno della pace.
ALIÒŠA – L’amore è tesoro supremo: con lui puoi avere il mondo intero.
INQUISITORE – Noi impugnammo la spada di Cesare, ripudiando Te e seguendo lui.
Con noi tutti sapranno d’esser felici solo
rinunziando alla libertà in favor nostro.
Tu li innalzasti, noi li convinceremo che son solo poveri bimbi,
e che la felicità infantile è la più dolce!
ALIÒŠA – …rifiutate la menzogna, evitate la paura, frutto di menzogna…
INQUISITORE – Certo, li obbligheremo a lavorare, ma nelle ore libere
organizzeremo la loro vita come un gioco infantile,
con canti, cori e danze innocenti.
Consentiremo anche il peccato, perché sono deboli
permetteremo o vieteremo, secondo la loro obbedienza,
d’aver mogli e amanti, figli o no.
Risolveremo ogni tormento di coscienza
e nutriranno fede gioiosa in noi.
Si spegneranno in pace nel Tuo nome, e…
oltre tomba troveranno solo morte…
ALIÒŠA – Amate, amate sempre.
Progredendo nell’amore, vi convincerete dell’esistenza di Dio.
INQUISITORE – Dicono che tornerai con i tuoi eletti, superbi e potenti, e vincerai.
Ma io ti mostrerò miliardi di bimbi felici che non conobbero peccato.
Io non Ti temo.
Tu sei venuto a disturbarci: Tu, più di tutti Tu, meriti quel rogo.
Domani ti brucerò. Dixi.
CODA DI IV SCENA
con evidenza, ora, primo livello
ALIÒŠA – Il tuo poema è l’elogio di Cristo, non la sua condanna.
Il tuo Inquisitore non crede, ecco il vero.
IVAN – E non è una sofferenza, questa, per chi fu nel deserto per un’impresa,
e non perse amore per l’umanità?
————————
ALIÒŠA – E il tuo poema…come finisce?
IVAN – …guarda…
EPILOGO
Con grande lentezza, Cristo si alza, si avvicina all’Inquisitore, lo abbraccia e lo bacia.
Tutto con semplicità rituale. E la musica si concentra a poco a poco sull’unisono vibrante dell’abbraccio.
L’Inquisitore, in qualche modo pietrificato, apre la porta:
INQUISITORE – Vattene e non tornare mai più! Mai più!
Di nuovo la sola orchestra disegna il viaggio, la prima parte del lento allontanarsi di Cristo “nelle vie oscure della città”.
Durante l’allontanamento, improvvisamente dal primo livello:
ALIÒŠA – E il vecchio?
IVAN – Il bacio gli arde nel cuore, ma egli persiste nella sua idea
ALIÒŠA – E tu con lui? Anche tu?
Di nuovo, una musica lenta, una monodia riverberata in molti modi segue il definitivo allontanamento di Cristo, fino ad una sorta di quarto livello, quello dell’uscita di scena.
L’orchestra si svuota, ad uno ad uno tutti tacciono.
Solo un sib acutissimo (un violino) ed uno gravissimo (la quinta corda scordata di un contrabbasso) incorniciano una linea di violoncello che conduce alla fine e al buio.
Courtesy Edizioni Suvini Zerboni
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