La cantante onora la voce storica della seducente mezzosoprano, pianista e compositrice, nonché sorella di Maria Malibran
di Elena Filini
PER UNA SERA HA DISMESSO le pirotecnie del barocco per un recital dal sapore intimista, soffuso. E, insieme ai leggendari funambolismi e al vibrante virtuosismo della musica di Vivaldi e Veracini o Hasse, Vivica Genaux ha mostrato una luce più raffinata e profonda, in piena sintonia con un certo Ottocento, solo superficialmente definito minore. Il celebre mezzosoprano alaskano, nota anche come froggy per la sua passione di collezionare gadget a forma di rana e per l’autoironia sulle sue origini francesi, venerdì 10 aprile era a Ca’ Cappello, straordinaria villa veneta a Meolo, nell’entroterra veneziano, per uno dei rarissimi recital che tiene in Italia. Complice la determinazione del giovane assessore alla cultura Manuel Meneghel, Vivica ha portato, insieme al pianista Carlos de Aragón, il suo ultimo spettacolo che ripercorre la vita di Pauline Viardot (ri)scoprendo pagine a lei dedicate o da lei composte.

«Mezzosoprano, pianista e compositrice – spiega la Genaux – Pauline Viardot fu una donna straordinaria, che attraversò l’Ottocento seducendo musicisti e letterati: da Saint-Saëns che le dedicò Samson et Dalila, a Fauré, fino a Turgenev, con cui ebbe un’amicizia intensa e destinata a durare nel tempo». Figlia del tenore Manuel Garcia e sorella di Maria Malibran, la Viardot è ricordata come un genio musicale e teatrale, capace di un’estensione straordinaria. Il recital di Vivica Genaux ne racconta anche le doti di compositrice. «Ho pensato di realizzare una selezione di liriche dedicate a Pauline da Saint-Saëns, Fauré e dal padre Manuel Garcia, ma di lasciare grande spazio alle sue opere. L’Ottocento, che amava le dive del Belcanto, non concepiva che una donna potesse comporre musica, mestiere dall’accezione maschile. Tuttavia il magistero di Pauline Viardot è indiscutibile. E questa è una piccola restituzione», conclude.
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Vivica Genaux, la voce venuta dal freddo, è oggi uno dei mezzosoprani più glam della scena internazionale, celebre soprattutto per i ruoli en travesti. Nata a Fairbanks, in Alaska, la Genaux approda in Italia, dopo gli studi negli Stati Uniti. «Sono arrivata in Europa – spiega il mezzosoprano – per seguire gli studi lirici e sono approdata a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, dove ho trovato la definitiva tranquillità d’affetti». Oggi Vivica Genaux è la grande paladina dei ruoli maschili barocchi e rossiniani: apprezzate e celebri le sue pirotecnie vocali, negli ardui cimenti di colorature e sprezzature delle pagine di Hasse, Händel, Vivaldi e Rossini un tempo destinate ai castrati. Ma la storia barocca entra nella seconda fase della vita artistica di questa interprete. «Per studiare canto mi sono prima trasferita all’Indiana University di Bloomington per perfezionarmi con Nicola Rossi-Lemeni e Virginia Zeani – ricorda Vivica – infine a Pittsburg dove ho fatto l’incontro fondamentale della mia vita, quello con Claudia Pinza, figlia del celebre Ezio e grande insegnante di canto. Proprio grazie ai progetti estivi in Italia del programma Epcaso ho potuto perfezionarmi e fare il decisivo salto di qualità».
Il debutto del mezzosoprano avviene nel segno di Rossini: Rosina, Isabella e Angelina sono i personaggi con cui furoreggia nei principali teatri europei ed americani, tra cui il Met. «Ad un certo punto però – prosegue – la mia curiosità si è rivolta al Barocco: è stata una folgorazione!». Grazie al suo principale mentore, René Jacobs, e all’incontro con Fabio Biondi e Nicholas Harnoncourt, Vivica Genaux modella il suo stile per affrontare un mondo fatto di virtuosismi e avvincenti riscoperte. In mezzo si colloca anche qualche “no” eccellente, tra cui quello per Rosina al Teatro alla Scala. «Purtroppo – racconta – le programmazioni europee e americane sono triennali. L’Italia ha un sistema last minute e non sempre l’artista è libero da altri contratti». Nella stagione appena terminata il mezzosoprano amplia il suo repertorio con Dido and Aeneas di Purcell, Tito Manlio di Vivaldi e La clemenza di Tito di Mozart. L’ultima uscita discografica? «Una divertente trovata di Sony Classical – conclude – io e Simone Kermes, ritratte in abiti settecenteschi e guantoni facciamo rivivere la celebre rivalità tra Faustina Bordoni e Francesca Cuzzoni».
Instancabile ricercatrice e musicista onnivora, Vivica Genaux sta sperimentando negli ultimi tempi la formula del recital monografico. Così, in cerca di un progetto un po’ speciale, è approdata alla vita di Pauline Viardot. Il concerto di venerdì ha restituito le nuance eleganti di una musica francese che guarda ormai poco al salotto ma molto più ai turbamenti dell’animo. E tra le screziature di pagine di grande spessore drammatico (deliziosa la Berceuse cosaque, estatico l’En mer e di grande effetto teatrale il Bolero Madrid) si fa strada un’interprete ancora pronta a cambiare pelle. Dopo aver infatti indossato i panni dei leggendari castrati barocchi, Vivica Genaux è pronta per una nuova maturità interpretativa, che punta forse più decisa verso l’Ottocento post rossiniano.
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