di Redazione
Ciò che propone Giulia Nuti in Les Sauvages va oltre l’equazione clavicembalo=repertorio barocco (o Bach, Händel e altri autori a questi contemporanei). La scelta dei brani infatti si focalizza su compositori poco noti e attivi nella seconda parte del secolo XVIII con l’eccezione di Wolfgang Amadeus Mozart (con la Sonata K 310). La scelta dello strumento, revisionato da Pascal Taskin nel 1788 e conservato al Castello Sforzesco di Milano, rappresenta d’altra parte una visione legata a un periodo particolare della costruzione dei clavicembali. Anni in cui, specialmente in Francia, la convivenza con il pianoforte rendeva necessaria la ricerca di sonorotà differenti.
Se Jean François Trapay rende omaggio a Jean-Philippe Rameau con le variazioni su Les Sauvages, le Sonate di Johann Schobert (n. 1 op. XIV), Johann Gottfried Eckard (n. 1 op. I) e Nicolas-Joseph Hüllmandel (n. 2 op. III) fanno parte degli ascolti di Mozart che va a Parigi per cercare fortuna. Giulia Nuti rende al meglio quest’epoca di passaggio, evidenziando suoni che quasi scalpitano per rendere più chiaro il contrasto dinamico. Una lettura energica ed elegante al tempo stesso che permette l’ascolto del Cd dalla prima all’ultima traccia.
Pubblicato il 2015-02-28 Scritto da MicheleManzotti