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Venerdì 21 (ore 21.15) e sabato 22 (ore 17.30). Teatro Politeama, Palermo. Ingressi da €10,00 a € 25,00
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Il violinista questa sera e domani pomeriggio a Palermo ospite dell’Orchestra Sinfonica Siciliana
È una presenza straordinaria quella di Shlomo Mintz a Palermo. Il ritorno dell’artista di fama internazionale nella capitale siciliana lo vedrà in veste di violinista e direttore d’orchestra sul podio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Vincitore di diversi premi prestigiosi come il premio Accademia Musicale Chigiana, Il Diapason D’Or, il Grand Prix du Disque, il Gramophone Award e l’Edison Award, svolge una ricca attività concertistica e didattica, presiedendo le giurie di concorsi internazionali, tra i quali il Concorso “Tchaikovsky” di Mosca, il Concorso Internazionale di Musica “Regina Elisabetta” di Bruxelles e il Concorso Internazionale Violinistico “Henryk Wieniawski” di Poznan. Dal 2002 è Presidente di Giuria del Concorso Internazionale Violinistico di Sion Valais in Svizzera.
Non è la prima volta che viene a Palermo, come ricorda le sue visite precedenti? Qual è il suo legame con l’Italia?
Ho suonato per la prima volta a Palermo un recital 25 anni fa e sono felice di ritornare e vedere che cosa è cambiato (in realtà è stato a febbraio 2011 al Teatro Massimo e negli anni scorsi parecchie volte a Palermo sia per la Sinfonica Siciliana che per gli Amici della musica, ndr)
Per il concerto con l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha scelto il Concerto per violino Op. 61 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 4 Op. 120 di Robert Schumann. Potrebbe condividere con noi qualche riflessione su queste composizioni?
Il programma è stato scelto dall’orchestra, ma si adatta bene a me. Il repertorio è impegnativo e sono lieto di poterlo presentare a Palermo.
Suonerà e dirigerà allo stesso tempo. Quali sono i vantaggi e le difficoltà di questo lavoro?Il vantaggio è l’interpretazione. Lo svantaggio è dato proprio dal doppio ruolo, ma sono felice di accettare la sfida e spero che il pubblico ne rimarrà soddisfatto.
Che tipo di violino suona e perché? Quali sono i suoi criteri di scelta di un buono strumento?
Il mio violino appartiene alla scuola di Stradivari e ha un suono corposo.
Qual è, secondo lei, il repertorio più richiesto dal pubblico di oggi? È più interessato alle composizioni popolari o piuttosto curioso di esplorare il nuovo?
La questione è molto vasta. Ogni paese ha un suo punto di vista e gusto. Le composizioni popolari sono sempre in vantaggio, ma un pubblico educato alla musica condivide con gioia anche altre opere.
Qual è la situazione della musica oggi? A suo parere la crisi economica sta influenzando la cultura?
Ancora una volta, dipende dal paese. Ci sono nazioni in sviluppo e altre in declino. A volte è proprio la crisi a portare più gente nelle sale da concerto.
Che cosa pensa della ricerca del dialogo interculturale in Medio Oriente e sulla promozione della collaborazione internazionale, come quella intrapresa dalla Divan Orchestra di Daniel Barenboim e Edward Said?
Ci sono state tante iniziative per promuovere il dialogo e non solo la Divan.
I suoi progetti futuri?
A breve verrà attivato il nuovo sito www.shlomo-mintz.com. Sono anche molto coinvolto in un progetto speciale chiamato “Violini della speranza”.*
Monika Prusak
*“Violini della speranza” è un progetto ideato dal liutaio israeliano Amnon Weinstein, che da circa 20 anni si occupa del recupero degli strumenti perduti dagli ebrei nella Shoah. Grazie alla ricerca svolta in diversi paesi, tra cui Polonia, Ucraina, Russia e Lituania, sono state ritrovate decine di strumenti, successivamente restaurati e affidati a grandi violinisti. «Perché la vittoria sul silenzio, una vittoria triste e carica di memorie, di assenze, di strazio, di quella nostalgia inguaribile che un violino ti spiega meglio di qualunque altra cosa al mondo, la vittoria sul silenzio si ottiene solo con la voce.» [da Elena Loewenthal, L’uomo che suona i violini della memoria, «La Stampa», 11 luglio 2011, p. 35]