
Si è tenuta ieri la cerimonia dedicata al grande direttore d’orchestra napoletano, che come lectio doctoralis ha offerto la concertazione del primo tempo della mozartiana Sinfonia K 338
TORINO – Settant’anni compiuti da pochi mesi, fresco reduce dalla Cina dove ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Shanghai, Riccardo Muti ha ricevuto ieri all’Università di Torino la laurea honoris causa in storia e critica delle culture musicali. Con Luciano Berio e Pierre Boulez, è il terzo musicista al quale l’ateneo torinese riserva questo onore. Dopo i discorsi delle più alte autorità universitarie, e dopo la lettura di un messaggio del sindaco Piero Fassino trattenuto a Genova, il docente Paolo Gallarati (che si dedica alla critica musicale sul quotidiano La Stampa a fianco dell’attività didattica e musicologica) ha pronunciato una documentata e ammirata laudatio sulla figura del direttore d’orchestra napoletano, sul suo stile interpretativo e sulla sua attività musicale, culturale e umanitaria.
Come accade quando parla in pubblico, anche in quest’occasione Muti si è espresso con generosità e franchezza estrema, a volte desolata, sui casi della musica in Italia; come sempre, però, temperando con frequenti lampi d’umorismo la serietà assoluta dei contenuti del suo discorso. Ha ricordato la sua battaglia di quarant’anni per la musica nel nostro Paese, affossata dagli uomini politici di una generazione dopo l’altra. Orgoglioso di essere italiano e frutto della cultura musicale italiana, ha tra l’altro ricordato che in terre che vengono di solito citate soltanto per fatti di violenza, come la Calabria, esistono iniziative giovanili vivaci e lodevolissime come la creazione di numerose bande musicali.
I giovani, appunto, sono coloro ai quali di questi tempi Riccardo Muti rivolge particolarmente le sue cure; e non soltanto i brillanti componenti dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini da lui fondata e seguita con estrema attenzione. Come lectio doctoralis, infatti, il direttore ha scelto di concertare in pubblico il primo tempo della Sinfonia K 338 di Mozart con un’orchestra mai incontrata prima, quella dei giovani Talenti della Fondazione CRT. Una magnifica lezione, capillare, minuziosa, ricca, densa, dalla quale l’esecuzione dei ragazzi è uscita trasfigurata. Ecco in che cosa consiste l’arte del vero direttore d’orchestra: Muti l’ha mostrato a un pubblico fitto di autorità, e di docenti di diverse discipline, che forse in buona parte non si erano mai accostati alla pratica della musica da un punto di vista così diretto.
Nel corso della stessa cerimonia, Muti ha anche ricevuto anche il Premio Arca d’oro 2011 dell’associazione La Nuova Arca.
Patrizia Luppi
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Il video integrale dell’avvenimento si può vedere su
http://www.unito.it/media?content=4590
(link al video disponibile nella sezione on demand di Unito Media, la piattaforma istituzionale dei contenuti multimediali dell’Università di Torino)