Alla Rotonda della Besana due giovani pianisti in una sfida all’ultimo tocco
di Francesco Fusaro
Storia conosciuta, quella della sfida tra pianisti di alto livello, che riporta subito alla mente i nomi di Clementi e Mozart. Non stupisce pertanto che nella rassegna Piano City Milano, tre giorni di concerti terminata domenica 13 maggio e dedicata alla valorizzazione della rete di pianisti in città (con concerti tenuti direttamente in casa, oltre ad altri eventi in prestigiosi luoghi pubblici meneghini), sia stata inserita anche una Piano battle, appunto una sfida a colpi di pianoforte fra due interpreti.
Protagonisti i giovani Andreas Kern, ideatore di Piano City Berlin, e Paul Cibis, entrambi tedeschi, entrambi virtuosi dello strumento. Una sola regola: divertire il pubblico convenuto alla Rotonda della Besana, talmente numeroso da costringere gli organizzatori ad allestire un impianto audiovideo esterno che permettesse a tutti di godere della serata, sdraiati sul prato o seduti nel colonnato dello splendido edificio tardobarocco.
I round del duello, gestito con collaborativa ed ironica clownerie dai due sfidanti, prevedeva il confronto interpretativo su opere diverse dello stesso compositore (a cominciare da Chopin e Schubert), la dimostrazione di varie abilità tecniche (con qualche facile sbrodolatura verso l’esibizione fisica, come l’uso di mento e piedi da parte di Kern), l’improvvisazione su temi proposti dagli spettatori (piuttosto edotti, considerate le proposte di Rachmaninov, Ravel, Cole Porter, Petrucciani), l’esecuzione collaborativa di un brano dividendosi mano sinistra e destra e infine la creazione di due squadre di musicisti prelevati dal pubblico (con casacche colorate annesse) per una sfida all’americana con tanto di corsa da un pianoforte all’altro.
Come si conviene in questi casi, ad ogni round i due interpreti chiedevano alla platea di esprimere il proprio gradimento per alzata di mano: il giudizio positivo verso l’uno o l’altro sfidante comportava lo spostamento del relativo pianoforte verso un immaginario traguardo, come in un gigantesco gioco da tavolo.
Prendendo atto della capacità di Kern e Cibis sia di fare spettacolo coinvolgendo la folla – cosa non facile considerata la necessità di rivolgersi in inglese ad un pubblico tutto italiano – sia di dare il giusto e necessario rilievo alla musica (poiché si tratta pur sempre di due validi interpreti che hanno saputo dimostrare le proprie doti soprattutto nella prima parte dello spettacolo), rimane nell’aria una domanda a cui tentare di dare una risposta: cui bono? Sdraiato su un prato, nel mezzo di una folla di giovani che, in un sabato sera di una metropoli italiana, sceglie di ascoltare – fra le altre cose – celebri compositori del periodo romantico eseguiti con mano sicura da due loro coetanei, mi viene personalmente da rispondere: nobis.
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….un quadretto circense non male! Non la trovo una grande idea questa della Piano Battle, anzi la trovo proprio triste. Questa sarebbe l’eredità delle sfide tra Clementi e Mozart?