RIP • Si è spento all’età di 89 anni il direttore d’orchestra e pianista; era nato a Monaco di Baviera. La Filarmonica della Scala gli dedicherà il concerto di domani sera
di Riccardo Rocca
IL nome di Wolfgang Sawallisch (26 agosto 1923 – 22 febbraio 2013) suona al musicofilo dei nostri giorni con quell’aura mitica che appartiene ai grandi della musica di altri tempi, custodi di una tradizione preziosa che taluni ricordano con triste e severa nostalgia, altri con genuina e sincera ammirazione. Sawallisch non è stato solo un eccellente direttore d’orchestra e pianista – in tale doppia veste concertò in un’ultima apparizione pubblica nel 2004 la Petite messe solennelle di Rossini con l’Accademia di Santa Cecilia a Roma – ma uno straordinario uomo di cultura di cui Monaco di Baviera, sua città natale, va giustamente orgogliosa. L’era di Sawallisch alla guida della Bayerische Staatsoper, dal 1971 come direttore musicale e dal 1983 fino al 1992 anche come sovrintendente, ha significato per l’Opera di Monaco un periodo glorioso, nel quale il continuativo ed esauriente omaggio alla “locale” tradizione di Strauss e Wagner è stata da lui condotta in modo mai banale o autocelebrativa, bensì coniugando livelli di qualità e richiamo internazionali con un atteggiamento umile e scrupoloso, quasi pedagogico, sulla complessiva produzione di questi autori.
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Chi oggigiorno apprezza il superbo livello qualitativo del Bayerisches Staatsorchester sa individuarne le ragioni in decenni di lavoro sviluppatisi non soltanto sotto la sua guida diretta, ma anche grazie alla continua interazione con le più grandi bacchette ospiti, in un’epoca – quella della direzione di Sawallisch, appunto – in cui Pipistrelli, Cavalieri della rosa e Traviate diretti da Carlos Kleiber costituivano appuntamento ricorrente nella capitale bavarese. Wagner sarà fin dal debutto nel 1957 al Festival di Bayreuth con Tristan und Isolde uno dei compositori più frequentati da Sawallisch, con anche alcune importanti tappe italiane, tra le quali figura il celebre Ring del 1968 alla Rai di Roma. Direttore capo, dopo Monaco, della Philadelphia Orchestra dal 1993 al 2003, nel marzo 2000 l’Auditorium del Lingotto di Torino ancora festeggiò Sawallisch alla testa dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in un programma composto dalla mozartiana Jupiter e dall’Eroica di Beethoven: programma classico per un erudito Kapellmeister, eccellente didatta e preparatore di orchestre che, con geniale preveggenza ed ironica autoconsapevolezza, volle riservarsi la battuta-cammeo del servo che prepara i cavalli proprio in quello storico e mitico disco in studio dello straussiano Capriccio che, con la Philharmonia Orchestra di Londra, Sawallisch incise nel 1957-58 per la Emi di Walter Legge.
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La Scala ricorda Sawallisch
Sarà dedicato al direttore scomparso il concerto che si terrà domani sera (lunedì 25) alla Scala e che vedrà protagonista la Filarmonica diretta da Daniel Harding. “Il Teatro alla Scala – si legge nel comunicato diffuso– ricorda con profonda emozione e gratitudine Wolfgang Sawallisch, direttore che lascia con la sua scomparsa un vuoto enorme nella vita musicale del nostro tempo. Dopo il debutto sinfonico nel novembre 1957, sempre più intensamente dal 1975 Sawallisch ha costruito un rapporto di lavoro costante con i complessi del Teatro, dirigendo ben 18 produzioni d’opera (Mozart, Wagner, Strauss) e decine di concerti sinfonici; cui vanno aggiunti contributi di altissimo livello come le tre opere di Strauss in tre sere del settembre 1988 (L’amore di Danae, Daphne, La donna silenziosa, 17, 18, 22) con i complessi della Bayerische Staatsoper, e una memorabile Winterreise di Schubert come pianista, accanto a Dietrich Fischer-Dieskau (17 febbraio 1980). L’ultima volta di Sawallisch alla Scala, come direttore d’opera, è del giugno 1994, per una ripresa del Ratto dal serraglio di Mozart nella regia di Strehler; l’ultima in assoluto, come direttore sinfonico, è dell’8 marzo 2004, in San Marco, con lo Stabat Mater di Dvořák”.
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