di Riccardo Rocca
NOI LI ASCOLTIAMO OGNI VOLTA tra lo stupefatto e l’incredulo. Lui, con sguardo sornione ci osserva dall’alto, probabilmente divertito, mentre noi qui tentiamo di capire il mistero dei suoi Péchés de vieillesse. La musica di Rossini è un enigma che perseguita ogni ascoltatore che non si voglia limitare ad orecchiarne i titoli universalmente noti. Quello di Rossini è il mistero di un compositore la cui musica non sembra soltanto illuminare alcuni stati dell’umano, ma sembra coltivare l’ambizione di offrire una chiave di lettura del mondo nelle sue molteplici declinazioni e complessità. E come vale per i grandi interrogativi sul mondo, pure della musica rossiniana non si viene mai a capo: quella che può a taluni sembrare frivolezza è in realtà sublime manifesto di leggerezza; quella che a talaltri può apparire indifferenza emozionale è invece simpatia per l’allusione. Le composizioni rossiniane da salotto sono, di questo modo di intendere il mondo, forse la raffigurazione più intima e perfetta. Se la Petite messe solennelle, a dispetto del titolo, riveste a questo proposito un ruolo titanico, l’ampio catalogo dei brani cameristici rossiniani è uno scrigno nel quale non si cessa di scoprire gemme preziose.
Il disco in questione, edito con il contributo della Deutsche Rossini Gesellschaft, offre una raffinata passeggiata tra le composizioni nelle quali il pianoforte a due mani non è impegnato in veste solistica. Ad accompagnarci nel percorso rossiniano sono esecutori di affidamento e valore come il duo pianistico Marco Sollini-Salvatore Barbatano: la loro esecuzione della Petite Fanfare, che Rossini prescrisse di eseguirsi “con l’amore (delle mani e dei ginocchi)”, è limpida e brillante più della seguente Marcia (Pas-redoublé). Gli altri brani, con accompagnamento pianistico singolo, sono nelle mani del solo Sollini, virtuoso ed accompagnatore totalmente a proprio agio alle prese con l’insidioso pianismo rossiniano. I solisti, tutte prime parti dell’Orchestra della Scala, sono eccellenti: il sicuro violino di Francesco Manara, doppiamente impegnato nel Mot à Paganini e in un tema rossiniano con variazioni di Giovacchino Giovacchini; il morbido violoncello di Massimo Polidori impegnato in un ansimante Allegro agitato e nella dolcissima Larme, Thème et Variations con pianoforte; il duttile corno di Danilo Stagni nonché il virtuosistico e multicolore clarinetto di Fabrizio Meloni, i cui rispettivi brani, il Prélude, Thème et Variations, Rossini compose nel 1857 per il celebrato cornista Eugène Vivier e, la Fantasie, nel 1829 per il clarinettista Valentin Lapelouze. Le accuratissime note musicologiche di Reto Müller contenute nel libretto completano un disco importante per ogni appassionato rossiniano.
Gioachino Rossini, Complete Chamber Music with Piano | Musicmedia Concerto 2013 | durata tot: 68’55” |