In scena al Teatro Massimo il titolo di Richard Strauss con la regia di Emma Dante
di Monika Prusak
UNA VENTATA DI FRESCHEZZA del primo Novecento ha attraversato il Teatro Massimo di Palermo, che inaugura in questi giorni la nuova stagione. Complici Richard Strauss e il suo gioiello, Feuersnot, abbinati alla sapiente mano registica di Emma Dante e alla direzione generosa e sicura di Gabriele Ferro. Uno spettacolo ricco di colori, timbri e giovinezza: i corpi seminudi dei ballerini vengono mostrati nella loro semplice bellezza, attorniati da una scenografia essenziale, ma adeguatamente suggestiva per contenere l’affascinante atto unico straussiano. Emma Dante lascia sul palcoscenico del Massimo un’impronta inconfondibile: uomini travestiti da donne, gonne colorate che ricreano l’energia danzante del fuoco, corpi che traspirano vita e novità, malgrado l’impostazione tradizionale dell’idea registica. In questo caleidoscopio splendono i costumi di Vanessa Sannino e le scene di Carmine Maringola, con le luci di Cristian Zucaro. Contribuisce alla bellezza d’immagine l’happening degli artisti di strada che la regista propone all’inizio dello spettacolo; tuttavia il movimento (di Sandro Maria Campagna) rischia di confondere quando l’eccessivo dimenarsi della folla sui suoni casuali dell’orchestra dura troppo a lungo, come se dovesse compensare la breve durata della composizione.
La privazione del fuoco e della luce sono la punizione per un amore offeso: la festa di San Giovanni rimane completamente al buio, finché Diemut non si abbandonerà nelle braccia del possente e distinto Kunrad. La musica di Strauss indica che è proprio Kunrad l’unico protagonista dell’opera, con importanti slanci passionali e monologhi interminabili, a volte al limite della resistenza vocale. La voce di Dietrich Henschel si adatta bene al personaggio e, nonostante le dinamiche eccessive di Ferro, riesce a portare a termine questa intensa parte da solista. Il cantante, presente anche scenicamente, condivide lo spazio con l’interprete eccelsa del repertorio straussiano, Nicola Beller Carbone nei panni di Diemut. Padrona assoluta della scena, dalla statura e dalla voce eleganti, si immedesima completamente nel personaggio. La Beller Carbone è attorniata da un magnifico terzetto di Compagne, Elsbeth (Christine Knorren), Wigelis (Chiara Fracasso) e Margret (Anna Maria Sarra), che affrontano i ruoli con la giusta bizzarria, mettendo in risalto la scrittura d’insieme di Strauss. Ben assortite anche le voci maschili: Alex Wawiloff nel ruolo di Castaldo e Rubén Amoretti in quello del Podestà. Tra i personaggi secondari meritano una nota Valentina Vitti in Walpurg e Francesco Parrino in Ruger Aspeck. Ancora una volta risplendono le voci bianche dirette da Salvatore Punturo, alle quali Strauss dedica un ruolo importante sullo sfondo della festa, anche se sovraccaricate di dinamiche orchestrali.
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