In scena alla Berlinale la nuova colonna sonora per il film restaurato a Bologna. Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobel
di Simeone Pozzini
Dalla première del film di Fritz Lang Der müde Tod, titolo tradotto in italiano come “Destino”, avvenuta a Berlino il 6 ottobre del 1921, sono passati quasi cento anni. Il regista tedesco definì questo suo lavoro come un «canto popolare in sei versi», durante i quali si racconta la storia di una giovane donna che cerca in ogni modo di convincere la Morte (interpretata da Bernhard Goetzke) a ridarle il suo giovane marito deceduto prematuramente. Venerdì 12 febbraio, sempre a Berlino nello sfavillante Friedrichstadt Palast – è stata data un’altra prima di questo stesso lavoro, mostrato in una versione restaurata e parzialmente a colori, con una nuova veste sonora.
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Tutte le copie rimaste della versione originale sono infatti in bianco e nero, anche se nel 1921 il film fu proiettato a colori. La Friedrich-Wilhelm Murnau Stiftung che si è occupata del restauro, insieme anche al bolognese laboratorio di restauro cinematografico L’Immagine Ritrovata, ha cercato di riprodurre una versione il più possibile vicino all’originale; per certe scene si è di fronte a scelte tutto sommato ‘facili’, basate anche su confronti con film muti più o meno contemporanei: il blu per la notte ed il rosso per il fuoco appartengono a “codici” coloristici sicuri – altre si sono dimostrate di certo scelte più complicate: quale poteva essere stato il colore prescelto per le scene girate nella camera con le candele? Chissà.
La musica, eseguita dal vivo dalla Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobel, nome noto in Germania per il suo impegno nella direzione live di musiche per film muti e nome conosciuto al pubblico italiano per la sua collaborazione con la Filarmonica della Scala, è stata composta per l’occasione dal compositore Cornelius Schwehr. Nato nel 1953 a Friburgo, figura attiva nel panorama compositivo soprattutto tedesco, allievo di Helmut Lachenmann, Schwehr sembra declinare la sua attività compositiva in due filoni ben definiti, alternando la composizione “pura”, vantando un cospicuo catalogo che comprende musica solistica, cameristica, sinfonica, operistica, a quella scritta per film e documentari. Quest’ultima propensione può vantare un altrettanto vasto numero di composizioni, avendo iniziato nel 1986 con il canale televisivo ZDF (qui il catalogo delle composizioni).
Il lavoro musicale di Schwehr in relazione a Der Müde Tod ricalca la struttura formale del film di Fritz Lang: i sei “versi-capitoli” cinematografici diventano sei momenti musicali, con una scrittura che dosa sapientemente effettistica ed autonomia di pensiero, relazione con le immagini ma anche svincolo da esse, autonomia ma non indipendenza. Forse raccogliendo anche la lezione ed il segno lasciato a Berlino dall’importante compositore italiano Giuseppe Becce (1877-1973), creatore di colonne sonore per film di produzione tedesca, Schwehr suggestiona con un uso orchestrale sempre cameristico, al servizio delle immagini, senza mai osare troppo. Lettura emozionante del direttore Frank Strobel e della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin, pur in un’acustica non certo ideale.
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